Le maggiori Case automobilistiche del mondo si stanno concentrandosi sullo sviluppo di un progetto rivoluzionario: l'autoveicolo a guida autonoma. Il marchio giapponese però è andato oltre. Infatti, nel proprio team di ricercatori, accanto ad ingegneri automobilistici, programmatori, esperti di intelligenza artificiale ha inserito la figura dell'antropologo, ossia colui che studia i comportamenti dell'essere umano all'interno di una società.
Il ruolo – fondamentale secondo Nissan – è stato affidato a Melissa Cefkin, antropologa aziendale specializzata in etnografia, ovvero lo studio dei popoli e delle culture dal punto di vista dell'individuo. La scienziata americana ha esaminato le interazioni umane che avvengono durante la conduzione di un automezzo, per essere sicuri che l'auto del futuro si comporti secondo i dettami del buon utente della strada.
"Stiamo cercando di estrarre dai nostri studi alcune lezioni fondamentali su cosa avrà bisogno di sapere un veicolo autonomo, cosa percepisce del mondo che lo circonda e quindi come può comprenderlo, valutarlo e comportarsi per essere in grado di interagire efficacemente in questi diversi sistemi" ha dichiarato l'antropologa.
Da quando è entrata a far parte del team di Nissan, la Cefkin si è dedicata alla parte più complicata del programma di guida autonoma: lo sviluppo delle capacità del veicolo di affrontare la guida in città e gli incroci senza l'intervento del conducente. L'ipotesi presa in esame è il classico incrocio con un segnale di stop, situazione che coinvolge non solo gli automobilisti, ma anche pedoni, ciclisti e motociclisti.
Il primo passo di Nissan verso l'auto a guida autonoma è stato compiuto a luglio 2016 con la tecnologia ProPILOT per l'utilizzo dell'auto su una singola corsia in autostrada, mentre per il 2018 è prevista l'applicazione per corsie multiple in grado di affrontare autonomamente i rischi e i cambiamenti di carreggiata durante la guida. Il veicolo a cui sta lavorando la Cefkin – conduzione in città e superamento di incroci – dovrebbe vedere la luce nel 2020.
"Possono esserci molte interpretazioni su cosa accade allo stop di un incrocio" ha spiegato. "Certo, si suppone che io mi fermi, ma una volta che mi sono fermato non mi dice quando ripartire, quindi tocca a me capirlo". E ancora "abbiamo appreso che in tali situazioni, conducenti, pedoni e ciclisti spesso usano occhiate o gesti con la mano per inviare segnali molto chiari circa le loro intenzioni".
Quindi, il problema secondo l'antropologa è capire come il veicolo a guida autonoma sia in grado di comunicare la sua prossima mossa, soprattutto in situazioni nelle quali sono presenti più utenti della strada (pedoni, ciclisti, motociclisti) e possibilmente una comunicazione interpretabile da tutti nella stessa maniera.
Davide Debernardi
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata
Segnalazioni, informazioni, comunicati, nonché rettifiche o precisazioni sugli articoli pubblicati vanno inviate a: redazione@trasportoeuropa.it
Puoi commentare questo articolo nella pagina Facebook di TrasportoEuropa
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!