Il nuovo cargo – che ha numero IMO 9539274 e batte bandiera panamense - dopo aver lasciato il cantiere di Mizushime sta navigando verso Gladstone. La nave è lunga 245 metri e larga 43 metri, con una portata lorda (Tdw) di 117mila tonnellate, ma le dimensioni non sono l'unica caratteristica di spicco di questa nave. È stata progettata con l'obiettivo di ridurre i consumi di carburante e l'impatto ambientale e, secondo quanto dichiara d'Amico, la Cielo d'Italia consuma il venti percento in meno rispetto a una nave analoga.
La progettazione è iniziata nel 2008 e ha coinvolto tre società: d'Amico, Sanoyas e Mitsui. Nel 2013 vennero attuate diverse modifiche al progetto originario, tra cui l'adozione di un sistema di gestione elettronico del motore, destinato proprio a ridurre i consumi. La dimensione scelta è quella di handy-cape, più grande della post-Panamax ma più piccola della Cape. Una dimensione che secondo l'armatore consente di unire flessibilità di uso con capacità di carico. La Cielo d'Italia viene usata dalla società del gruppo d'Amico Dry per il trasporto di materie prime, soprattutto carbone e minerali.
Nel primo trimestre del 2016 è prevista la consegna da parte dei cantieri giapponesi di una seconda unità gemella, che completerà l'ampio programma di rinnovo della flotta attuato dall'armatore italiano dal 2014 e che ha comportato un investimento di 1,2 miliardi di dollari. In questo periodo, d'Amico ha varato 38 nuove navi, rinfusiere e cisterna. Questo programma abbassa l'età media della flotta a tre anni.
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata - foto:PR Newswire
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