A dare l'esempio sono stati i primi della classe, vale a dire i due soci dell'alleanza 2M (Maersk e Msc), ma adesso anche altri global carrier mondiali li stanno seguendo a ruota. I grandi gruppi del trasporto marittimo di container hanno capito che l'unico modo per sperare in un rialzo dei noli è ridurre l'offerta di stiva sul mercato. Tutto ciò mentre i cantieri navali asiatici stanno continuando a sfornare navi portacontainer di enormi dimensioni (lunghe 400 metri e capaci di trasportare oltre 19mila teu) ordinate negli anni e mesi passati da quelli stessi global carrier.
Anche l'alleanza G6 (formata da APL, Hapag-Lloyd, Hyundai Merchant Marine, MOL, NYK e OOCL) ha seguito l'esempio della 2M, annunciando nei giorni scorsi che ridurrà il numero di navi impiegate sui servizi tra Asia e costa est e ovest degli Stati Uniti. Di conseguenza a ridursi saranno anche le partenze e la frequenza dei servizi stessi. Una scelta obbligata dopo i tentativi vani degli ultimi mesi d'imporre ai caricatori GRI (General Rate Increase) per aumentare le tariffe. Anzi, a complicare le cose portando alla tempesta perfetta ci si è messo il fatto che gli scambi commerciali sulle principali rotte mondiali quest'anno sono risultate in lieve calo.
In questo scenario i numeri sono impietosi: nel mese di settembre appena concluso, le rate di nolo per il trasporto marittimo dei container fra Asia ed Europa hanno toccato nuovi minimi stagionali. La tariffa per trasportare un container standard da 20 piedi dai porti dall'Estremo Oriente al Vecchio Continente si attesta in questi giorni sui 313 dollari e lo stesso nolo è richiesto per i carichi con destinazione un porto del Mediterraneo. Ciò significa un calo di oltre il 30% rispetto al mese di agosto. Quando nei primi mesi dell'anno i noli erano scesi fino a 205 dollari per teu sul trade Asia-Nord Europa, gli analisti di SeaIntel avevano fatto notare che, escludendo i rincari (surcharge) dovuti ad esempio per il costo del carburante, di fatto le compagnie di navigazione stavano pagando per trasportare i container dei caricatori.
Nonostante il crollo dei noli e l'eccesso di stiva sul mercato, i conti di molte compagnie di navigazione secondo Drewry Maritime Research a fine anno saranno positivi grazie in particolare al significativo calo del costo del carburante navale che negli anni passati aveva messo molto sotto stress i carrier arrivando a incidere per più del 50% sui costi. Gli analisti di Drewry hanno stimato per il primo semestre del 2015 un calo medio del 5% nei ricavi per i primi 20 liner mondiali attivi nel business dei trasporti anche se i margini rimangono positivi.
Nicola Capuzzo
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