Le condanne per i patteggiamenti per bancarotta fraudolenta sono già state decise: tre anni di reclusione al presidente del Consiglio d'Amministrazione e a un amministratore. Gli altri nove indagati, amministratori e soci della Cola, sono invece stati rinviati a giudizio, in un processo che inizierà a marzo 2016.
La vicenda è iniziata nel 2013, quando la cooperativa di autotrasporto con sede a Mercato a Marlia, in provincia di Lucca, aveva dichiarato fallimento dopo avere accumulato debiti per circa 5,3 milioni di euro. Ma le circostanze del fallimento hanno spinto la procura ad aprire un fascicolo per bancarotta fraudolenta, da cui è emerso che la cooperativa ha chiesto finanziamenti alle banche con dichiarazioni non vere.
La cooperativa vantava anche un credito di sei milioni di euro sotto forma di decreti ingiuntivi per mancati pagamenti dei costi minimi dell'autotrasporto da parte di alcuni committenti. E questa potrebbe essere la linea di difesa degli imputati, anche se l'evoluzione della normativa rende incerta la possibilità di recuperare tale somma per via giudiziaria. Proprio da questa vicenda è nato l'esposto alla Corte Costituzionale sulla legittimità della normativa dei costi minimi (ritenuti legittimi dai giudici, ma dopo l'abolizione degli stessi costi minimi).
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