Sembra non esserci fine al crollo verticale che da mesi sta vivendo il trasporto marittimo. Dopo mesi di trend ribassista dei noli, le compagnie di navigazione sono ora costrette a rispolverare la vecchia usanza del disarmo delle navi e questo provvedimento andrà sorprendentemente a colpire anche le grandi navi di ultima generazione.
Lo segnala la società di ricerca Alphaliner, che nell'ultima analisi di mercato sottolinea come attualmente sono in disarmo 263 navi portacontainer, pari a una capacità di stiva di 934mila teu e rappresentanti il 4,7% della flotta complessiva mondiale. Nella lista figurano 23 navi di portata superiore a 7500 teu e, in particolare, spicca una portacontainer classe tripla-E di Maersk Line da 18mila teu. Per la prima volta Maersk, ma si presume che anche altre compagnie ne seguiranno l'esempio, ha deciso di mettere fuori servizio (per il momento per sei settimane) una delle sue navi di ultima generazione, costate ciascuna 185 milioni di dollari.
Per il vettore danese questa mossa rappresenta l'ultima spiaggia per cercare di riequilibrare la sproporzione fra domanda e offerta di stiva in particolare sulla rotta Asia-Europa (dove Maersk opera attraverso l'alleanza 2M con Msc), un trade che pesa per il 40% sui bilanci della società e dove i noli per il trasporto dei container stanno sprofondando.
Il China Containerised Freight Index alla fine di ottobre 2015 ha toccato il minimo storico da quando l'indice viene pubblicato (dal 1998) scendendo a 752 punti, superando il precedente record negativo di 763 punti fatto segnare nel giugno del 2009 nel pieno della crisi finanziaria. Il nolo medio delle navi di Maersk Line è sceso del 19% fra il secondo e il terzo trimestre di quest'anno crollando a 1082 dollari per teu imbarcato (-4% rispetto al secondo trimestre di quest'anno).
Non a caso, nei giorni scorsi diversi global carrier - tra cui anche Oocl e Hapag Lloyd - hanno preannunciato ricavi medi in calo per la seconda metà dell'anno e il Gruppo Maersk ha dovuto lanciare un profit warning sugli utili 2015, rivisti al ribasso dai 4 miliardi precedentemente annunciati a 3,4 miliardi per le performance negative del business container. Il liner danese sottolinea un deterioramento delle condizioni di mercato "soprattutto nella seconda parte di ottobre" e non prevede "una significativa ripresa entro il 2015".
Dato questo contesto di mercato, le compagnie di navigazione sono costrette non solo a restituire alla scadenza ai rispettivi proprietari le navi prese a noleggio ma anche a sacrificare le proprie navi più grandi e più costose. Alphaliner sottolinea ancora che nel settore delle navi portacontainer classe post-panamax "la domanda di naviglio è praticamente evaporata" e attualmente sono ferme sette navi di portata compresa fra 7900 e 8800 teu più altre 35 di portata fra 5300 e 7500 teu, in cerca di un noleggiatore.
Nicola Capuzzo
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