Un importante socio, la cui identità è rimasta finora misteriosa, affiancherebbe il Lucarelli Terminal Livorno nella gestione di un traffico che prevede anche la movimentazione di contenitori, in un'area (Calata Pisa) che il piano regolatore non prevede per operare in tale tipo di traffico. L'annuncio è stato dato direttamente dal presidente della società, Cristiano Lucarelli, che ha parlato anche di nuovi investimenti per 20 milioni di euro, la possibile cessione del 70% della sua società (appunto al nuovo socio non livornese), oltre a cento nuovi posti di lavoro entro cinque anni, in cambio della concessione della Calata Pisa e una temporanea sul molo Italia, senza escludere aree alternative.
Lucarelli ha presentato così il rilancio della sua azienda, per la quale è stata avviata da alcuni mesi la procedura di concordato preventivo propedeutica alla stesura di un piano di ristrutturazione aziendale o, in alternativa, alla liquidazione. Non sono mancate polemiche nei confronti dell'Autorità Portuale sia da parte di Lucarelli, sia da parte del sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, che ha sottolineato come a Livorno siano presenti due sindaci, uno di terra eletto dal popolo e uno di mare, designato fuori da ogni concetto democratico, con il quale è sempre stata difficile la collaborazione.
Il piano d'impresa predisposto dell'aspirante e riservato socio, che secondo lo stesso Lucarelli sarà consegnato all'Autorità entro fine novembre, sarà presto presentato anche al prefetto, che ha convocato Lucarelli, Autorità Portuale e sindaco. A questi annunci ha risposto l'Autorità Portuale presieduta da Giuliano Gallanti che, ricordando in primis le numerose deroghe al piano regolatore portuale concesse per consentire al terminal di Lucarelli di lavorare, ha detto: "Non possiamo fare due cose: agire in contrasto con le previsioni del Piano regolatore portuale consentendo stabilmente l'utilizzo del Molo Italia Nord da parte di navi ro-ro e fare l'imprenditore al posto di Lucarelli trovandogli noi traffici compatibili con le infrastrutture da lui detenute in concessione. Il dimezzamento del numero delle navi lavorate dalla società per conto di Tirrenia, registrato dal mese di luglio 2016 in poi, destinato ad annullarsi con la fine dell'anno, è con tutta evidenza da attribuirsi unicamente alla libera scelta imprenditoriale della compagnia di navigazione di non rinnovare il contratto in scadenza e di affidare le operazioni portuali ad altro terminalista".
Nicola Capuzzo
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