Per i sindacati di base, la battaglia sul contratto nazionale della logistica e del trasporto merci è solo all'inizio, perché contestano duramente i metodi e i contenuti dell'accordo firmato il 3 dicembre 2017 tra i confederali e le associazioni imprenditoriali (tranne le centrali cooperative, con cui la trattativa prosegue). Ma i Cobas non procedono uniti nella vertenza ed emergono due filoni. Il primo è quello del Si Cobas, radicato soprattutto tra i facchini di alcune piattaforme e interporti del centro-nord.
La sigla ha proclamato una mobilitazione che il 7 dicembre è scaturita in uno sciopero che ha fermato l'attività in diverse piattaforme, tra cui quella Geodis di Landriano, quella dell'e-commerce Esselunga di San Giuliano Milanese e la Toncar di Muggiò. Sempre il 7 dicembre i manifestanti hanno fermato il traffico in entrata e uscita dagli interporti di Bologna e Parma e quello di alcuni magazzini del bolognese, mentre nella logistica piacentina, i sindacati dichiarano un'adesione di oltre 2700 lavoratori.
In un comunicato stampa, il Si Cobas definisce il rinnovo del 3 dicembre un "accordo bidone", focalizzandosi su alcuni punti, tra cui quello della clausola sociale nei contratti di appalto per la movimentazione nei magazzini: "era del tutto scontato che nel rinnovo del CCNL fosse contenuto quanto avevamo già imposto in buona parte della committenza", scrive il sindacato aggiungendo che il nuovo testo esclude il personale viaggiante.
Gli altri punti contestati dal Si Cobas riguardano gli aumenti salariali (perché sono disuguali tra i vari livelli, penalizzando quelli più bassi), la nuova articolazione dei livelli del personale viaggiante (definita "fantasia padronale"), la possibilità per gli autisti di collaborare alle operazioni di carico e scarico, le nuove regole per i Driver con patente B (parametro G della Qualifica 1), le riduzioni per le assenza dopo i giorni festivi, l'aumento dei servizi essenziali nei quali è limitato lo sciopero, la flessibilità dell'orario di lavoro e la riduzione del salario per i neoassunti.
L'altra parte dei sindacati di base che contesta l'accordo è rappresentata dalla Fao (Federazione Autisti Operai), federata allo Slai Cobas. In un comunicato sul rinnovo, del 3 dicembre, la sigla sottolinea che il testo limita la stipula di accordi aziendali ai sindacati non firmatari del CCNL, limita il diritto di sciopero ed elimina alcune tutele dei lavoratori. Quindi, la sigla chiede ai lavoratori di bocciare l'accordo, definito "il peggior contratto nazionale italiano".
Nel merito del testo, anche la Fao contesta quasi tutte le innovazioni, tra cui l'esplicita abolizione del divieto del lavoro a chiamata, la nuova divisione dei livelli del personale viaggiante, la gestione dei risarcimenti per danni, le nuove disposizioni sull'orario di lavoro sia per i corrieri, sia per chi trasporta sulle lunghe distanze, la riduzione del salario per i neoassunti e le disposizioni sullo straordinario. Il sindacato ha quindi proclamato un secondo sciopero (dopo quello dell'11 e 12 dicembre) per il 15 e 16 gennaio 2018.
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