Morta una tassa sul trasporto delle merci ne nasce immediatamente una nuova. Il 4 novembre è stata abrogata, ancor prima di diventare operativa, la cosiddetta "tassa sui container", ossia un contributo da versare per ogni contenitore imbarcato o sbarcato nei porti italiani, che era stata approvata dalla Commissione Finanza della camera durante il processo di approvazione del decreto Legge Fisco. Immediatamente la associazioni del trasporto, che si erano immediatamente opposte al provvedimento, hanno tirato un sospiro di sollievo, che però è durato poco. Nella stessa giornata è emerso un altro provvedimento che colpisce la portualità.
In realtà si tratta di un'addizionale dell'Ires sui redditi netti dei concessionari pubblici, ossia delle società autostradali, aeroportuali, che prelevano acqua minerale, che distribuiscono l'energia elettrica, che hanno concessioni di frequenze radiofoniche e televisive e, per quanto riguarda i trasporti, di ferrovie e porti (articoli 16 e 18 delle Legge 84/94). E proprio quest'ultimo caso ha scatenato la reazione di Assiterminal e Federlogistica. La prima di definisce "attonita", precisando che "simili iniziative inerziano il settore della portualità".
Il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, lo definisce un "provvedimento iniquo e discriminante perché i canoni sulle concessioni portuali in Italia sono disomogenei a causa del fatto che il ministero dei Trasporti non ha mai emanato l'apposito regolamento e Art non ha reso omogenei i canoni. In questo modo a essere penalizzati saranno ancor di più coloro che pagano già di più. Questo accanimento sulla portualità non ha precedenti e sarebbe interessante capire gli ispiratori di provvedimenti suicidi come questi".
Merlo invita la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, a evitare ingerenze di altri ministeri nei settori di sua competenza, aggiungendo che "se il ministro De Micheli intende tenersi la delega deve adeguatamente strutturare l'organizzazione, far funzionare la conferenza nazionale e seguire costantemente tutte le questioni aperte, che sono molte, oppure deleghi un sottosegretario che a tempo pieno segua le politiche portuali e della logistica".
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