Federlogistica è già intervenuta sull'emergenza causata dal coronavirus nel sistema portuale e logistico italiano fin dai primi giorni dell’epidemia di Covid-19 in Italia e il 25 marzo ha rilanciato l’allarme, insieme con le proposte per affrontare la situazione. In una nota, il presidente Luigi Merlo dichiara che c’è una “pericolosissima sottovalutazione dello sforzo che il sistema logistico, portuale e marittimo sta facendo per garantire servizi essenziali al Paese, ma questo sacrificio non può durare a lungo in assenza di provvedimenti concreti”. Merlo ricorda che lo Sportello Unico Doganale non è ancora partito nonostante basti un solo provvedimento per attivarlo e che la Piattaforma Logistica Nazionale – già costata allo Stato alcune decine di milioni di euro – non è operativa, nonostante oggi potrebbe essere un supporto molto utile.
“Con la ripresa dei traffici dall’oriente, con industrie e magazzini chiusi rischiamo porti intasati per mesi e spazi insufficienti. Da qui la necessità di sbloccare realmente le Zone Economiche Speciali e il sostegno ai retroporti e ai Multimodal Transport Operator”, spiega Merlo. Un altro punto di crisi riguarda il collegamento con le isole, perché diversi operatori marittimi sono in perdita.
Il turbine di provvedimenti, spesso incoerenti e contraddittori, erogati da diverse Autorità – come presidenti di Regioni, sindaci e prefetti – sta di fatto commissariando i presidenti delle Autorità di Sistema Portuale, aggiunge Merlo. Questi ultimi vanno invece dotati di poteri autorizzativi reali. “Questa dovrebbe essere l’occasione per ripensare anche l’organizzazione del ministero dei Trasporti, che negli anni è stato depotenziato soprattutto in alcune direzioni che oggi si dimostrano essenziali per il funzionamento del Paese”, conclude il presidente di Federlogistica.