Dopo il caos a cavallo di Natale nella contea inglese del Kent, dove oltre quattromila veicoli industriali sono rimasti fermi per quattro giorni lungo l’autostrada M20 e nell’aeroporto di Manston, il transito attraverso la Manica è calato e nei primi tre giorni del 2021, quando si applica la Brexit fuori dal periodo transitorio, i veicoli industriali non mostrano gravi ritardi, anche se le Autorità britanniche chiedono un esito positivo al tampone agli autisti e chi non ha una certificazione deve fare il controllo nell’aeroporto di Manston.
Ma dopo questa tregua, la tempesta potrebbe scatenarsi al termine delle feste, quando il traffico commerciale tra continente e Gran Bretagna tornerà a ritmi normali. Il principale problema riguarda la documentazione doganale da presentare in ingresso nell’isola (o nel continente) e i controlli che saranno svolti su autisti, veicoli e carichi. L’accordo raggiunto tra Governo britannico e Commissione Europea evita il pagamento dei dazi, ma non le pratiche doganali e tutte le verifiche sulle merci. Un rapporto del Governo britannico mostra che quanto il traffico commerciale tornerà a pieno regime, nel Kent potrebbero attendere l’imbarco fino a settemila camion contemporaneamente.
Un altro segnale preoccupante viene da un articolo pubblicato il 30 dicembre dall’agenzia stampa Bloomberg, secondo cui diversi spedizionieri dell’Unione Europea starebbero rifiutando di organizzare trasporti per la Gran Bretagna per la paura che il caos di Natale possa ripetersi anche a gennaio. L’indicazione viene dalla Borsa carichi Transporeon, secondo cui un “numero drammatico” di spedizionieri ha rifiutato servizi per l’isola, anche in presenza di contratti già firmati. Molti autotrasportatori comunitari si starebbero rifiutando di attraversare la Manica per paura che i loro veicoli restino bloccati al ritorno.
La piattaforma telematica segnala anche un aumento di tre volte delle tariffe di spedizione dalla Francia alla Gran Bretagna nell’ultima settimana di dicembre 2020 e di due volte dalla Germania alla Gran Bretagna. Per ora, l’isola non sembra soffrire di questa situazione, perché proprio per timore delle conseguenze della Brexit importatori e industrie hanno aumentato gli stock negli ultimi mesi dello scorso ann