Il ministero dei Trasporti, Matteo Salvini, ha accolto le richieste di alcune società autostradali per l’aumento dei pedaggi nel 2023, dopo tre anni in cui i Governi precedenti li avevano sospesi. Diverse tratte autostradali non subiscono per ora incrementi, ma la rete più diffusa, quella di Autostrade per l’Italia (che gestisce oltre 3000 km), ha applicato dalla mezzanotte del 1° gennaio 2023 un aumento del 2%, cui si aggiungerà un altro 1,34% dal 1° luglio.
In altre tratte non ci sono per ora aumenti, anche se per motivi diversi. Il ministero ha respinto la richiesta per le autostrade A24 e A25, per la diramazione Torano-Pescara, per la Brebemi, per la Pedemontana Lombarda e per il Consorzio della autostrade siciliane.
Per ora restano invariati i pedaggi per alcune autostrade di società che stanno aggiornando il piano economico: Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova, Milano Serravalle, Società Autostrada Ligure Toscana - Tronco Autocisa, Società Autostrade Valdostane, Tangenziale di Napoli, Autostrada dei Fiori - A6, Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus, Società Autostrada Tirrenica, Raccordo Autostradale Valle d'Aosta, Concessioni Autostradali Venete. Però in questi casi potrebbe avvenire l’aumento dopo la presentazione del piano economico.
In alcuni casi non ci sono stati aumenti perché è scaduta la concessione: Autostrada del Brennero, Società Autostrada Ligure Toscana - A12 Tronco Ligure Toscano, Autovie Venete, Satap - Tronco Torino, Alessandria, Piacenza, Autostrada dei Fiori, Società Autostrada Torino-Ivrea-Valle D'Aosta. Anche in questi casi potrebbero aumentare i pedaggi quando sarà data la nuova concessione.