In un momento storico di evidente difficoltà dovuto alle tensioni nella zona del Canale di Suez, l'Italia cerca vie alternative per mantenere e potenziare i propri scambi commerciali con l'Asia, in particolare con la Cina. Secondo Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, la soluzione potrebbe essere rappresentata dall'utilizzo intensivo dei collegamenti ferroviari, in particolare attraverso il Western Rail cinese. Durante un recente webinar dedicato agli scenari commerciali Cina-Europa - organizzato dalle associazioni Aice, Italy China Council Foundation, Club Asia, Associazione Italia-Hong Kong e International Propeller Club - Botta ha messo in luce l'importanza strategica di tali connessioni.
Secondo Botta, il collegamento ferroviario tra Cina ed Europa, nonostante abbia registrato nel 2023 il trasporto di un milione e 700 mila contenitori attraverso 16mila0 convogli, con un incremento del 19% rispetto al 2022, è stato sottovalutato dall'Italia. Questo mezzo di trasporto, che impiega dai sedici ai diciotto giorni per raggiungere l'Europa, con scali in Polonia e Germania, potrebbe rappresentare una soluzione sostenibile e efficiente rispetto al trasporto marittimo, spesso rallentato da lunghe attese ai porti e da procedure doganali e sanitarie lente e complesse.
Il dibattito ha evidenziato come la crisi del Mar Rosso imponga una riflessione profonda sulle opzioni logistiche a disposizione dell'industria italiana. Se da un lato l'aereo rappresenta una soluzione per trasporti rapidi, ma costosi, dall'altro il corridoio ferroviario occidentale si propone come alternativa economica e più veloce rispetto al mare, nonostante i prezzi in crescita.
L'Italia deve però sciogliere diversi nodi legati alla carenza di servizi intermodali efficienti e alla qualità delle infrastrutture logistiche. Il caso dei porti di Genova e Savona, dove la lentezza dei servizi doganali e sanitari - aggravata dalla carenza di personale come evidenziato dai soli tre veterinari a disposizione - mette in luce le sfide che il Paese deve superare per mantenere la propria competitività a livello internazionale.
La Via della Seta ferroviaria, una volta vista come una mera alternativa, oggi diventa un'opzione strategica che l'Italia non può permettersi di ignorare, afferma Botta. E aggiunge che l'abbandono di questa rotta è stato un "errore strategico clamoroso", che evidenzia la mancanza di una visione a lungo termine negli investimenti sulla logistica.