La chiusura delle attività produttive e commerciali causata dalla pandemia di Covid-19 sta costando molto agli autotrasportatori italiani che, secondo una ricerca di Conftrasporto, hanno percorso novecento milioni di chilometri in meno, perdendo 1,8 miliardi di fatturato. Hanno perso le imprese che hanno fermato completamente i veicoli industriali, ma anche quelle che hanno continuato a lavorare, perché molte non sono riuscite i bilanciare i carichi. Inoltre, chi ha lavorato ha dovuto anticipare tutte le spese, mentre numerosi committenti hanno ritardato i pagamenti.
Secondo le rilevazioni di Conftrasporto, infatti, è stata interrotta la tendenza positiva nei tempi di pagamenti rilevata negli ultimi tre anni e due imprese su tre interpellate dall’associazione dichiarano ritardi nei primi mesi del 2020, mentre il 60% certifica una grave mancanza di liquidità. Sul versante dell’occupazione, la pandemia ha causato una perdita di 370 milioni in retribuzioni e contributi, coperta solo in parte dagli ammortizzatori sociali.
Secondo Conftrasporto, l’apertura di alcune attività di autotrasporto ha ridotto il tasso di mortalità delle imprese nel breve termine, ma nello stesso tempo la diminuzione complessiva della domanda di autotrasporto ha ridotto rapidamente il tasso di natalità. “Se la situazione dovesse permanere anche nel prossimo trimestre, il saldo demografico delle imprese potrebbe avere effetti permanenti sulla tenuta del settore”, scrive la confederazione.
Conftrasporto ribadisce la richiesta di risorse per le aziende. Il vice-presidente Paolo Uggè precisa che il Governo deve attivarsi per: “far sì che i committenti paghino nei tempi previsti, il sistema bancario faciliti l'accesso al credito, la committenza eviti di speculare sulle spalle degli autotrasportatori rivedendo al ribasso le tariffe, e soprattutto garantire forme dirette di finanziamento anche a fondo perduto al settore, mancata fino ad ora”.