Oltre cento miliardi di euro, per la precisione 109,15. A tanto ammonta il portafoglio investimenti per gli anni 2020-2021 a disposizione di Rfi, il gestore della rete ferroviaria nazionale. È quanto prevede l’ultimo aggiornamento al Contratto di programma 2017-2021 approvato dal Cipess nella seduta del 27 luglio 2021. Il Cipess, che ha preso il posto del Cipe, allargando le competenze della programmazione economica a quelle dello sviluppo sostenibile, ha offerto un’iniezione di ulteriori 31,7 miliardi di euro rispetto a quanto prevedeva il Contratto di programma nella versione del biennio precedente 2018-2019. La quota più consistente di queste risorse aggiuntive, oltre 23 miliardi, è legata al Piano nazionale di ripresa e resilienza insieme al Fondo complementare che integra lo stesso Pnrr.
L’aggiornamento approvato dal Cipess, rispetto alla programmazione precedente, rappresenta una svolta che non giunge però inaspettata, perché segue l’indirizzo politico e le scelte che hanno caratterizzato la messa a punto del Pnrr. E che appare fortemente orientata non solo a favore del Mezzogiorno in generale, ma verso un singolo progetto, che assume il valore quasi di un’opera simbolica, la nuova linea ad alta velocità e capacità Salerno-Reggio Calabria che da sola assorbe risorse per 9,4 miliardi di euro. Si tratta di una scommessa giocata sulla previsione di fare da volano per la crescita economica, mentre la realtà si trova a fare i conti con una domanda di trasporto e un tessuto produttivo tali che sulla base di una stretta analisi costi/benefici non ne giustificherebbero l’investimento.
L’attenzione per il Sud in generale, che appare comunque legittima, è controbilanciata dagli investimenti previsti sulla direttrice ferroviaria fondamentale Brescia-Verona-Padova-Venezia con le nuove linee in costruzione o in fase di approvazione finale. Nel Contratto di programma sono inseriti anche gli interventi sui corridoi ferroviari Ten-T che comprendono il Terzo Valico e la linea di accesso al tunnel di base del Brennero, ma limitatamente alla variante di Trento. Si conferma la totale assenza di investimenti significativi su tutti gli altri valichi, interessati da un intenso traffico merci che andrebbe invece favorito e assecondato.
Stralciata la tratta italiana di accesso al tunnel di base del Moncenisio (Torino-Lione) per le indecisioni politiche e questo nel momento in cui la Francia ha assegnato appalti per tre miliardi di euro, così come non si prevede nulla a favore dei corridoi verso la Svizzera e quindi verso il Gottardo e il Sempione, sposando senza riserve le tesi di Rfi che ritiene adeguate le attuali linee fino all’orizzonte del 2030 con limitati interventi tecnologici. In controtendenza, c’è però da registrare in senso positivo un inserimento dell’ultima ora al Contratto di programma, confermato da fonti politiche: le risorse da destinare fin da subito alla progettazione del raddoppio in variante della Pontremolese, la ferrovia Parma-La Spezia, linea a forte vocazione per il traffico merci, il cui adeguamento è stato ripetutamente sollecitato dalle categorie economiche.
Piermario Curti Sacchi