Il nuovo corridoio del Brennero tra Verona e Monaco di Baviera con il tunnel ferroviario di base rappresenta un investimento solido e motivato, in grado di rispondere alla crescente domanda di trasporto e del tutto coerente con la politica di trasferimento modale dalla strada alla rotaia. E i numeri lo stanno a dimostrare: nel 2040 il traffico ferroviario sull’asse del Brennero aumenterà fino al 215% rispetto ai valori attuali. Queste previsioni sono contenute in uno studio messo a punto dal Brenner Corridor Platform (BCP) che vede la collaborazione congiunta dei ministeri dei Trasporti tedesco, austriaco e italiano insieme ai tre gestori dell’infrastruttura DB, Öbb e Rfi e a Bbt, la società di diritto europeo che sta realizzando il tunnel di base. Il valore delle previsioni indicate nelle elaborazioni BCP presentate a dicembre 2021 è dato anche dal fatto che le stesse vengono giudicate per la prima volta validate “a livello transfrontaliero e su una metodologia concordata”.
Per quanto riguarda il traffico ferroviario merci si prevede un aumento del volume trasportato che va da un minimo del 53% nell’ipotesi più prudente fino a un massimo del 95% nel 2030 per poi arrivare al 215% nel 2040. Lo studio entra nel dettaglio con le stime dei treni merci che dovrebbero interessare le varie tratte in cui si suddivide il corridoio del Brennero tra Monaco e Verona. Considerando uno scenario medio (tra l’ipotesi più prudente e quella più ottimista) per il 2030 si prevedono 209 treni merci tra Monaco e Rosenhheim, 147 tra Rosenhheim e Wörgl, 190 tra Wörgl e Innsbruck, 148 tra Innsbruck e Trento, per finire con 123 tra il capoluogo del Trentino e Verona. Spostando l’attenzione più avanti, al 2040, le stime parlando di 256 treni merci tra Monaco e Rosenhheim, 222 tra Rosenhheim e Wörgl, 264 tra Wörgl e Innsbruck, 212 tra la capitale del Tirolo e Trento e 193 da qui a Verona.
“Questi studi, i primi nel loro genere, rappresentano una novità assoluta, una pietra miliare sulla strada della comune pianificazione transnazionale del traffico all’interno dell’Unione europea”, ha affermato Pat Cox, il coordinatore europeo del corridoio Scandinavo-Mediterraneo, “essi integrano i dati nazionali e aiuteranno le autorità competenti a pianificare il potenziamento della capacità del corridoio in sintonia con gli obiettivi nazionali ed europei dei trasporti e basandosi su un approccio comune supportato da fatti concreti”.
Piermario Curti Sacchi