L'entrata in vigore da inizio 2015 dei nuovi limiti alle emissioni inquinanti delle navi nel Baltico e nel Mare del Nord stanno portando ripercussioni paradossali per il sistema comunitario dei trasporti. Nonostante l'Europa stia da anni spingendo a suon di contributi pubblici per lo spostamento delle merci dalla strade al mare al fine di ridurre il congestionamento delle autostrade e l'inquinamento (attraverso programmi come il Marco Polo, autostrade del mare e altri), le nuove norme sulle zone ECA stanno in alcuni casi portando all'effetto contrario e alla chiusura di linee di cabotaggio marittimo con seguente ritorno al trasporto tutto strada.
LD Lines e DFDS sono state le prime a chiudere alcuni collegamenti e anche Transfennica da inizio 2015 ha dovuto stoppare la linea che collegava la Spagna (Bilbao), con il Belgio (Zeebrugge) e l'Inghilterra (Portsmouth). Il motivo è semplice: secondo il management l'aggravio di costi dettato dalla navigazione nelle zone ECA non è sostenibile dalla compagnia che, ribaltando questo onere sui caricatori, perderebbe il 50% degli utenti fra gli autotrasportatori che tornerebbero a scegliere l'opzione 'tutto strada'.
Nicola Capuzzo
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