La tregua raggiunta nell'autotrasporto dell'Eni di Taranto potrebbe presto terminare. Lo rende noto l'associazione degli autotrasportatori Trasportounito, il cui segretario provinciale Biagio Provenzale ha incontrato il consorzio LTS, che raccoglie gli autotrasportatori "storici" che servono la raffineria di Taranto. Tali vettori, padroncini e piccole imprese, hanno avviato lo scorso giugno una forte protesta, culminata con il blocco degli accessi all'impianto di Taranto, contro la decisione dell'Eni di affidare la distribuzione dei carburanti a due grandi imprese provenienti da un contesto esterno alla città, ossia G&A del Gruppo Gavio Agogliati, che ha sede ad Alessandria, e BT Trasporti, del raggruppamento Bertani Turrizzani, che ha sede a Roma.
Il 9 giugno 2014 le parti hanno raggiunto un accordo, secondo cui la metà del trasporto in uscita dall'Eni di Taranto sarebbe rimasto al consorzio LTS, l'altra metà sarebbe stata affidata alle due imprese di Alessandria e Roma, con la condizione che esse avrebbero subappaltato il 25% del trasporto di loro competenza ad autotrasportatori locali.
Ora, però, gli autotrasportatori tarantini hanno proclamato di nuovo lo stato di agitazione, perché l'Eni non avrebbe ancora fornito le indicazioni per attuare e l'accordo. Inoltre, le imprese tarantine "lamentano una massiccia presenza di imprese estranee al territorio, che rendono più risicate le commesse rese loro disponibili", secondo una nota di Trasportounito.
Il comunicato precisa che i vettori chiedono "risposte univoche, privilegiando – nell'immediato – il dialogo con le istituzioni locali ed i committenti di riferimento riservandosi, in caso contrario, di intraprendere, a tutela dei legittimi interessi rappresentati, tutte le azioni e le misure esperibili di carattere sindacale, nei termini e con le modalità che saranno preventivamente rese note".
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