"Mance e prebende": così l'associazione definisce i fondi per l'autotrasporto, che recentemente il Governo ha reso strutturali con uno stanziamento di 250 milioni l'anno. "Una mediazione di rito che si consuma da circa un ventennio", prosegue la nota di Trasportounito, e che fornisce circa mille euro l'anno per camion "distribuiti secondo disposizioni ormai anacronistiche e per mascherare l'acronica assenza di una qualsivoglia politica sul trasporto di strada".
Il segretario generale dell'associazione accusa il Governo di avere determinato "il collasso dell'intera categoria" tramite la sua incapacità di " elaborare strumenti incentivanti e normativi con forte carattere competitivo". Secondo Longo, gli aiuti all'autotrasporto non devono più "confluire a piè di lista nei bilanci dei consorzi, ma essere concentrati sugli investimenti e sulle ristrutturazioni aziendali". Queste due voci sono per l'associazione ancora limitate: nel 2014, ricevettero solo l'otto percento dell'intero stanziamento, esaurendosi "in poco più di un mese".
Trasportounito propone, per esempio, di togliere almeno venti milioni di euro dai 120 milioni stanziati nel 2015 per gli sconti dei pedaggi autostradali per assegnarli alle imprese di autotrasporto "trascinate sul fondo dalla crisi dell'Ilva". Invece, conclude il segretario nazionale, "si opta sempre e comunque per la gestione day-by-day della sopravvivenza".
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