L'Autorità Portuale di Genova, non riuscendo a completare entro i termini inizialmente prestabiliti i "compiti" sulla progettazione della nuova diga a mare, dovrà rinunciare a una parte dei fondi già stanziati dall'Unione Europea nell'ambito della Call Ten-T 2013. La riduzione del contributo comunitario è di oltre 1,4 milioni di euro, mentre lo staff del presidente Luigi Merlo aveva chiesto (e ottenuto) il 50% dei 7.630.000 euro necessari.
La conferma arriva direttamente da Bruxelles dopo che una comunicazione rendeva noto uno stanziamento europeo da 2,4 milioni di euro a supporto degli studi preliminari per la realizzazione della futura diga a mare dello scalo marittimo ligure. In realtà, però, la scorsa estate era già stato pubblicamente annunciato un contributo comunitario da 3.815.000 euro a parziale copertura (50%) della progettazione della nuova diga di protezione del bacino portuale di Sampierdarena e per gli studi preparatori al nuovo piano regolatore del porto di Genova.
Una riduzione del contributo di quasi un milione e mezzo di euro (precisamente 1.415.000 euro) giustificata, fanno sapere da Bruxelles, dai ritardi accumulati dagli studi condotti dallo staff di palazzo San Giorgio. Elina Zicmane, communication manager dell'Innovation and Networks Executive Agency della Commissione Europea, conferma infatti che "i fondi europei sono stati ridotti dopo che alcune attività previste nel progetto iniziale sono state rimosse. L'Autorità Portuale di Genova ha informato INEA che la progettazione definitiva della nuova diga non sarà pronta entro la scadenza originariamente prefissata, poiché altre analisi più approfondite si sono rese nel frattempo necessarie". La portavoce di INEA aggiunge poi che "questi studi preliminari saranno portati a termine solo nel 2016, dunque oltre il termine posto dalla call Ten-T 2013 per usufruire dei contributi europei. Di questo il beneficiario (l'Autorità Portuale di Genova, ndr) era stato già informato nel 2014".
Nicola Capuzzo
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