Dopo la prima rottura del 9 febbraio 2015, il 26 marzo è arrivata la seconda, sempre sul solito punto: l'aumento delle paghe degli autisti. Il coordinamento intersindacale – che comprende le sigle CGT, CFDT, CFTC, CGC e FO – chiede un incremento del 4% (dopo essere già sceso dal 5% iniziale), mentre le associazioni delle imprese FNTR, TLF e Unostra non intendono salire sopra il 2%. Così, anche questa mediazione, chiesta dal ministro Alain Vidalies, è fallita e potrebbe quindi riprendere la protesta sulle strade francesi.
L'associazione delle piccole e medie imprese di autotrasporto Otre ha proposto un via d'uscita, con un aumento immediato tra 1,4% e 2,2% e un secondo aumento, da attuare entro il 1° ottobre, tra 0,4% e 0,6%. Questo secondo aumento entrerebbe però in vigore solo se sarà approvato e reso operativo l'emendamento alle Legge Macron contro il dumping sociale nell'autotrasporto, che impone l'applicazione del salario minimo francese anche agli autisti stranieri. Questa ipotesi è ritenuta "irricevibile" dalla CFTC, perché lega un accordo sindacale all'approvazione di una legge, ma è bocciata anche dalla FNTR.
Durante la trattativa, un gruppo di circa duecento militanti sindacali ha fatto irruzione nel locale dove avvenivano i colloqui, con l'intenzione di sequestrare i rappresentanti delle aziende. L'azione è durata circa due ore ed è stata duramente condannata dalle associazioni degli autotrasportatori, che non la ritengono spontanea. La trattativa riguarda circa 330mila autisti, i cui salari sono bloccati dal 2012.
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