"La decisione di trasferire un apparecchio a Malpensa rappresenta una rottura evidente della trattativa", spiga il sindacato in una nota, "perché la limitazione del numero di aerei di Cargolux Italia e gli effetti di questa limitazione sui lavoratori di Cargolux fanno parte integrante delle rivendicazioni sindacali e della procedura di conciliazione". Secondo la LCGB, le concessioni fatte dai lavoratori per ridurre i costi rendono "la delocalizzazione obsoleta". La sigla accusa anche i vertici della compagnia di contraddire quanto dichiarato nella conferenza stampa dello scorso 23 febbraio, quando affermarono che ogni trasferimento sarebbe stato sospeso.
La LCGB contesta le condizioni di lavoro dei piloti di Cargolux Italia, che sarebbero "peggiori di quelle consuete del settore". Il sindacato afferma che solo uno dei tre apparecchi di Cargolux Italia compie un volo di andata e ritorno da Malpensa al Lussemburgo, mentre gli altri partono dal Lussemburgo e lì vi tornano, sovrapponendosi quindi a servizi svolti da Cargolux con personale assunto nel Granducato "Questo è chiaramente dumping sociale", accusa il sindacato.
"Tale politica ha conseguenze dirette sulle entrate fiscali e sulla sicurezza sociale del Granducato. Ogni aereo tolto dal Lussemburgo comporta una perdita di oltre un milione di euro l'anno in imposte e contributi sociali", prosegue la nota sindacale. Per questi motivi, la LCGB ha sospeso le trattative e chiede all'Office National de la Conciliation di proseguire la procedura di conciliazione.
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