L'Associazione Italiana Corrieri Aerei Internazionali – che riunisce colossi come DHL, FedEx, TNT e UPS – ricorda che il valore dei servizi internazionali svolti dai suoi associati rappresenta circa un quarto di quello complessivo dei corrieri espressi. "I corrieri aerei internazionali da sempre mettono a disposizione la loro esperienza per facilitare l'economia, attraverso il servizio ad alto valore aggiunto che forniscono alle imprese italiane, più esposte ai benefici degli scambi internazionali e quindi alle opportunità di crescita più sostenute", spiega il presidente Alberto Nobis.
"Osserviamo quindi con preoccupazione una crescita della regolamentazione e l'imposizione di oneri ulteriori - come il contributo al funzionamento di Agcom in misura sproporzionata e retroattiva e la recente modifica/stretta sui titoli autorizzativi all'esercizio, introdotta poche settimane fa da Agcom - che pesano non solo, o non tanto sugli operatori, ma sulle imprese nostre clienti che devono competere sul mercato globale con altre imprese di altri Paesi, che hanno costi di struttura molto meno importanti", prosegue Nobis.
L'associazione precisa che il servizio dei corrieri espressi aerei è diverso da quello postale, perché ha un elevato valore aggiunto ed opera in un mercato molto competitivo. "Siamo ora preoccupati che vengano introdotte ulteriori regolamentazioni del settore con l'imposizione di vincoli e obbligazioni, che causerebbero una distorsione dei traffici e perdita di competitività del paese". Tra questi c'è l'obbligo del contributo all'Agcom per i servizi postali universali per gli anni 2012, 2013 e 2014.
Ma non è tutto. L'associazione indica anche la recente delibera sui titoli autorizzativi, che impone ai corrieri oneri burocratici supplementari, unici in Europa, se non in Polonia, "in controtendenza con la dichiarata volontà governativa di semplificare le procedure per le imprese". Secondo l'associazione, "questa norma risulta ingiustificata, oltre che discriminatoria e lesiva, del funzionamento concorrenziale del mercato, con gravi danni per la competitività delle imprese italiane".
Infine, Nobis sottolinea come in nessuno dei maggiori Paesi europei il legislatore o il regolatore abbiano previsto norme simili. Negli unici due Paesi europei in cui sono stati adottati provvedimenti simili (l'Austria e il Portogallo), sono già pendenti contenziosi amministrativi che contestano la legittimità della norma che impone ai corrieri espressi l'obbligo di contribuire ai costi del regolatore, che violerebbe il dettato e dello spirito delle direttive comunitarie in materia di liberalizzazione del settore postale. "Appare sorprendente, al riguardo, che né il regolatore né il legislatore abbiano considerato il fatto che la questione sia già stata portata all'attenzione della Corte di Giustizia Europea".
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