Stadler era arrivato a 72 anni al vertice di una holding dell'autotrasporto, che contava una flotta di mille camion e impiegava 1200 autisti in tutta Europa. Poi, nel dicembre del 2012 l'impero è crollato dopo la sentenza d'insolvenza e fallimento emessa dai giudici austriaci. Ma questo non è stato che l'inizio di una caduta ancora più precipitosa. Nel gennaio di quest'anno, la Corte d'Appello ha confermato la confisca dei beni personali. Nel frattempo, esperti hanno analizzato i bilanci della holding, scoprendo non solo un vortice di trasferimenti di denaro, ma anche spostamenti di dipendenti e frodi fiscali. Un sistema che ha portato all'arresto di Stadler, avvenuto il 5 maggio.
Secondo i sindacati, le operazioni di Stadler avrebbero causato un danno all'erario e alla previdenza dei lavoratori di almeno 50mila euro l'anno per ogni veicolo. I difensori dell'imprenditore sostengono che i giudici avrebbero attuato un'applicazione "rigida" delle norme, causando la distruzione di un'impresa che forniva lavoro a centinaia di persone. Inoltre, affermano che certe azioni sono necessarie per affrontare la concorrenze dell'Est.
Ma le indagini mostrerebbero che l'imprenditore austriaci è andato ben oltre il lecito, lasciando gli autisti settimane in viaggio e facendo pressioni per violare le norme sui tempi di guida. Le conseguenze sono state pesanti sulla salute fisica e psicologica dei conducenti, come dimostra il caso di un autista rumeno dell'azienda, che si è impiccato tra i trattore e il semirimorchio perché gli avrebbero negato le ferie dopo il matrimonio, come afferma la stampa austriaca.
Questo caso ha aperto anche in Austria il dibattito sulla salute dell'autotrasporto, che per anni è cresciuto proprio sui trasporti internazionali e che ora subisce, forse più di altri, la concorrenza dell'Est. In particolare, ci si chiede se il caso Stadler sia unico, oppure se sia una manifestazione di un sistema degradato. Una cosa è certa: anche in Austria si è assistito negli ultimi anni a una migrazione delle imprese verso l'Europa orientale e oggi è raro vedere un trattore stradale con targa austriaca sulle strade europee.
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