Secondo quanto scrive MF-Milano Finanza, il leader italiano del trasporto veicoli controllato dal 2006 dal fondo Clessidra (tramite il veicolo Lauro Sei spa), il 14 maggio 2015 ha depositato al Tribunale di Torino un nuovo accordo di ristrutturazione dei debiti (ex art. 182-bis della Legge fallimentare) che segue quello già ottenuto nell'ottobre 2013 dallo stesso Tribunale. Fra i creditori dell'azienda spicca il gruppo bancario Intesa Sanpaolo.
Questa seconda ristrutturazione, a quanto si apprende, dovrebbe passare dall'integrazione con Bertani Trasporti, società con sede a Mantova, controllata dall'omonima famiglia e leader nel settore dello stoccaggio e del trasporto di autovetture, moto e veicoli commerciali in Italia e in altri mercati europei.
Nel testo dell'accordo con gli istituti di credito si legge che "l'attuazione del Piano 2013-2017 è risultata di fatto impossibile per il protrarsi della crisi di mercato, con conseguenti volumi delle immatricolazioni ben inferiori alle attese che hanno determinato (i) minori volumi di veicoli trasportati, con una flessione dei ricavi netti (...) e (ii) l'acuirsi della competitività degli altri operatori, manifestatasi tra l'altro con una forte riduzione delle tariffe praticate".
Una situazione che non ha consentito di raggiungere gli obiettivi economico-finanziari del piano e che hanno portato a una svalutazione dell'avviamento, che ha concorso a determinare una perdita nell'esercizio 2014, pari a 67,6 milioni di euro, che, unitamente alle perdite portate a nuovo nei precedenti esercizi, ha generato perdite complessive per 95 milioni e pertanto un patrimonio netto negativo per 49,6 milioni.
Così, viene spiegato sempre nel testo dell'accordo, è stata incaricata Leonardo&C. di ricercare partner industriali interessati a subentrare nel capitale della società, ricerca che alla fine ha individuato come potenziale acquirente Bertani Trasporti. Quest'ultima ha sottoposto a Lauro Sei una proposta irrevocabile d'acquisto per l'intero capitale di F.lli Elia e che Lauro Sei giri a Intesa Sanpaolo l'intera somma ricevuta, a parziale rientro del credito residuo (su un'esposizione creditizia complessiva di Intesa Sanpaolo di 85 milioni di euro), con la banca che annullerà gli strumenti partecipativi in suo possesso (per 47 milioni) derivanti dal primo accordo di ristrutturazione e che rinuncerà a una quota del suo credito. Il tutto sulla base di un nuovo piano industriale elaborato con il supporto di Leonardo&Co e asseverato da Giulio Andreani, senior advisor di DLA Piper.
Il nuovo piano industriale prevede per il 2015 ricavi netti per 57,5 milioni di euro (da 56,45 milioni del 2014), un ebitda di 4,56 milioni (da 3,8 milioni), una perdita netta di 3,7 milioni e una posizione finanziaria netta positiva per 2 milioni (da un debito finanziario netto di 82,84 milioni), con un patrimonio netto positivo per 33,2 milioni, dopo la patrimonializzazione della società per un importo complessivo di 86,3 milioni.
Nicola Capuzzo
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