Le cronache riportano diversi casi di camion guidati da autisti macedoni, che sono ancor più economici di quelli bulgari o rumeni. Alcuni di loro sono stati rilevati dalla ricerca svedese sul cabotaggio stradale Cabotagestudien, quindi i ricercatori hanno indagato su come sia possibile che autisti extracomunitari possano lavorare sulla strade dell'Unione in mod apparentemente legale. La risposta è che ciò avviene tramite una triangolazione con la Bulgaria, grazie a speciali accordi con la Macedonia.
Per attuare questo meccanismo, si possono aprire due imprese di autotrasporto: una in Macedonia e l'altra in Bulgaria, quest'ultima con veicoli che hanno targa bulgara. La prima azienda può solo svolgere trasporti bilaterali tra Macedonia e Bulgaria (la legge bulgara lo consente), ma in realtà ha lo scopo di far conseguire ai suoi autisti (macedoni) la residenza bulgara.
Per diventare regolari, i macedoni ottengono una partecipazione formale nell'azienda di trasporto bulgara (basta una partecipazione di 50 centesimi), che spesso è fondata da un macedone con doppia cittadinanza. In questo caso, il macedone ottiene un permesso di residenza permanente in Bulgaria, con relativa carta d'identità. A queste condizioni, può conseguire anche qualsiasi patente bulgara. Bastano due mesi per avere materialmente questi due documenti.
Quindi, questi autisti vengono messi al volante dei camion dell'azienda di trasporto bulgara, che opera nell'intero territorio comunitario. Se l'autista macedone viene fermato per un controllo, mostra la sua patente e la sua carta d'identità bulgara e nella maggior parte dei casi ciò basta per uscirne senza inconvenienti.
Il grande vantaggio di usare autisti macedoni è che vengono pagati sulla base dei chilometri percorsi, sistema vietato nella maggior parte dei Paesi europei. Questo sistema a cottimo consente uno sfruttamento degli autisti che, ovviamente, cercano di lavorare il più possibile per guadagnare di più.
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