I flussi di prodotti agro-alimentari provenienti dall'Italia e diretti all'estero sono ogni anno circa 22,5 milioni di tonnellate, pari a un valore economico di 34,3miliardi di euro, mentre i trasporti in import ed export attraverso i porti italiani ammontano complessivamente a 26,2 milioni di tonnellate (7% del totale delle merci movimentate per via marittima). Gli armatori italiani svolgono un ruolo di rilievo a livello mondiale, con 264 navi da carico secco alla rinfusa o container utilizzabili per queste merce oltre 8,2 milioni di stazza lorda.
I traffici marittimi internazionali sono il 72%, pari a 18,9 milioni di tonnellate, a fronte di 7,3 milioni di tonnellate che da porti italiani si imbarcano verso altri porti del Paese. Quattro sono i porti di riferimento, in termini di volumi: Ravenna, che con quasi 3,5 milioni di tonnellate movimentate è l'hub incontrastato dell'agrifood, Livorno (2,8 milioni), Venezia (2,5 milioni) e Gioia Tauro (2,4 milioni). Questi sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto "Feeding the Planet: the Maritime Economy Contribution", presentato in occasione di Expo 2015 da Federazione del Mare e condotto da D'Appolonia (Gruppo Rina) e dal Censis.
In Italia il ruolo del trasporto marittimo risulta ancora più significativo se ci si focalizza sul trasporto dei prodotti agricoli e alimentari. Come detto, sono in particolare i flussi di prodotti agricoli e alimentari diretti all'estero a confermarsi vitali, con circa 22,5 milioni di tonnellate di merci assorbite lo scorso anno, che hanno fruttato 34,3 miliardi di euro. Dai prodotti agricoli e alimentari discende, dunque, una consistente domanda di trasporto, che per ampi tratti è soddisfatta dagli operatori del mare, tra i quali gli armatori italiani svolgono un ruolo di primo piano a livello mondiale, con le 264 navi da carico (e oltre 8,2 milioni di stazza lorda) utilizzabili per il trasporto di derrate agricole e alimentari, tra portacontainer, portarinfuse, traghetti per trasporti ro-ro e navi-cisterna. Il trasporto di prodotti agricoli e alimentari attraverso i porti italiani ammonta nel 2013 a 26,2 milioni di tonnellate, corrispondenti a circa il 7% del totale delle merci movimentate.
Secondo il rapporto di Federazione del Mare, via mare viaggia a livello internazionale il 65% del trasporto globale di cibo e ogni tonnellata trasportata copre una distanza superiore a 5500 miglia (10.500 chilometri). In valore assoluto, i volumi di cibo trasportati via mare pesano oggi circa 100 milioni di tonnellate di alimenti deperibili e circa 400 milioni di tonnellate di granaglie. I primi sono trasportati, nel rispetto della catena del freddo, sia in contenitori refrigerati, sia alla rinfusa in navi refrigerate; le granaglie sono invece trasportate alla rinfusa in navi bulk carrier.
Cina e Africa saranno responsabili rispettivamente del 32% e del 19% delle importazioni globali di cibo entro il 2050, per poter sfamare popolazioni che crescono numericamente, ed evolvono le proprie esigenze verso una maggiore varietà e globalizzazione. Tali proiezioni sono pari a 8000 miliardi di ton-km e 500 milioni di tonnellate per la Cina, e 4700 miliardi di ton-km e 320 milioni di tonnellate per l'Africa.
Il rapporto spiega infine che il trasporto marittimo di merci alimentari ha raggiunto 5.800 miliardi di tonnellate-chilometro (unità di misura del trasporto che definisce non solo il peso delle merci, ma anche le distanze da esse percorse). I volumi trasportati via mare contano oggi circa 100 milioni di tonnellate di alimenti deperibili (carne e pollame, frutta e verdura, pesce, latticini, altre categorie) e circa 400 milioni di tonnellate di granaglie (frumento, altri cereali, soia). I container refrigerati (reefer) sono il 14% del numero globale di teu. Sui 100 milioni di tonnellate deperibili trasportate via mare, il 76% è trasportato in reefer mentre il trasporto via mare di granaglie è aumentato del 3,2% su base annua.
Nicola Capuzzo
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