Il punto più basso si è registrato a giugno, quando la tariffa media del trasporto marittimo di container tra Shanghai e Rotterdam è crollata a 243 dollari per teu, una cifra che non copre neppure il costo del carburante. Poi il valore è salito a luglio a 1109 dollari, per precipitare ad agosto a 640 dollari, secondo le rilevazioni del Shanghai Containerized Freight Index. Un rally che avviene in quella che una volta era considerata la stagione di picco e che rivela una situazione diventata insostenibile. All'eccesso di offerta di stiva, causato anche dal varo di portacontainer sempre più grandi, si aggiunge il rallentamento dell'export cinese, che riduce il numero dei container spediti sulle rotte oceaniche.
Secondo gli analisti di Braemar ACM Shipbroking, citati dal Wall Street Journal, la capacità globale nel container aumenterà entro la fine del 2015 dell'8,6%, a causa del varo di nuove portacontainer, mentre la domanda di trasporto aumenterà solo del 2-3%. Una situazione che aumenterà ulteriormente la pressione sui noli.
Per affrontare questa situazione, alcuni consorzi d'armatori stanno riducendo il numero dei viaggi settimanali sulle rotte tra Asia ed Europa. Lo ha annunciato la 2M, formata dalle due più grandi compagnie (Maersk e MSC), che taglierà l'offerta di 6500 teu la settimana, mentre la G6 Alliance (formata da sei compagnie) eliminerà a settembre dodici round trip settimanali. Ed è possibile che provvedimenti simili saranno presi anche dalle altre compagnie nei prossimi mesi.
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