Dopo anni di visite, negoziazioni e indiscrezioni sui diversi potenziali acquirenti interessati, il terminal container del porto di Trieste ha visto l'ingresso di un nuovo socio che si affianca al gruppo TO Delta di Pierluigi Maneschi. Il Gruppo Msc, infatti, attraverso la finanziaria italiana Marinvest, ha rilevato il 45% del pacchetto azionario della società terminalistica, per una cifra che si aggirerebbe intorno ai 20 milioni di euro.
La notizia è apparsa prima nel blog FaqTrieste.it ed è stata confermata a Il Piccolo dallo stesso Maneschi che ha spiegato: "Già nel 2008 avevamo 'parcheggiato' il 45% di Trieste Marine Terminal presso una finanziaria (la Siref del Gruppo Intesa SanPaolo, ndr) e nei mesi scorsi è apparsa la possibilità della vendita a uno dei primissimi operatori mondiali". L'operazione è stata formalizzata lo scorso febbraio, ma è resa nota solo oggi.
La concessione in mano a Tmt sul terminal del Molo VII sarà presto prolungata dall'Autorità Portuale per 60 anni, a fronte di un nuovo piano d'investimenti da 188 milioni di euro che prevede il raddoppio del terminal portuale tramite riempimenti a mare. Circa 150 milioni serviranno per allungare il Molo VII di 200 metri e allargarlo di 20, e altri 38 milioni saranno investiti per le gru e i macchinari di banchina.
Sulle ragioni di questa vendita, Maneschi ha specificato che non era un'esigenza di far cassa, bensì che "praticamente tutti i terminal di un certo rilievo nel mondo hanno nella compagine societaria una società armatrice. Msc ha partecipazioni a La Spezia, Gioia Tauro, Napoli, Livorno. Il suo coinvolgimento diretto al Molo VII farà crescere i volumi di traffico. Oggi la società di Aponte gestisce il 20% del traffico di Trieste, dovrebbe arrivare al 40% anche perché a partire probabilmente già dalla prossima primavera porterà qui le portacontainer da 14mila teu, le più grandi mai arrivate a Trieste".
Attualmente, il terminal container dello scalo giuliano è toccato da tre servizi transoceanici: uno gestito dall'alleanza CKYHE (composta da Cosco, K-line, Yang Ming, Hanjin e Evergreen), un altro dalla Ocean Three (alleanza a tre fra Cma-Cgm, Uasc e China shipping) e dall'alleanza 2M composta dalla danese Maersk e dalla stessa Msc.
"C'è una clausola dell'accordo – ha aggiunto infine Maneschi - in base al quale Msc potrà crescere fino al 50% di Tmt, ma il controllo della società rimarrà comunque a To Delta, che manterrà la maggioranza nel consiglio di amministrazione". Lo sbarco della compagnia di Aponte potrà aprire scenari anche più ampi in Nord Adriatico perché Maersk, secondo quanto rivela il numero uno di TO Delta, "ha deciso di puntare forte sul porto di Capodistria (è uno dei motivi per cui i volumi di traffico sono calati rispetto all'anno scorso nonostante le tre linee transoceaniche, ndr) mentre Msc evidentemente crede in Trieste e intende utilizzare più massicciamente il nostro terminal".
Nicola Capuzzo
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