L'indagine, denominata No Limits, è partita da una segnalazione anonima ed è durata per ben due anni, durante i quali gli inquirenti hanno seguito i camion dell'azienda, rilevando direttamente i tempi di guida e di riposo degli autisti. La nota della Polstrada (che non riporta il nome dell'impresa) spiega che diverse pattuglie hanno ripetutamente multato i camion dell'impresa in varie località italiane, sempre per violazione delle norme sui tempi di guida. Infine, gli inquirenti hanno raccolte le testimonianze di undici autisti, che hanno denunciato minacce di licenziamento per obbligarli a falsificare la documentazione.
I dipendenti hanno spiegato il meccanismo della frode, che non è particolarmente complesso né originale, perché i camion (evidentemente vecchi) hanno il cronotachigrafo analogico. In ogni turno di lavoro, l'autista doveva compilare due diversi dischi: il primo riportava i propri dati e quando raggiungeva il tempo massimo di guida concesso ne inseriva un secondo nel cronotachigrafo, con i dati di colleghi in ferie o persone non più dipendenti dell'azienda. Per rendere credibile questo meccanismo, l'azienda stilava anche falsi moduli delle assenze. In questo modo, un conducente poteva guidare per quindici ore senza rispettare il riposo prescritto dalla legge.
Non tutti i dipendenti hanno accettato il ricatto dell'impresa. Uno di loro ha rifiutato di sottoporsi a questo meccanismo ed è stato licenziato. Saputo dell'inchiesta, si è presentato spontaneamente per testimoniare. Dopo i pedinamenti e le testimonianze, il pubblico ministero ha fatto perquisire le sedi dell'azienda (quella legale in provincia di Torino e quella operativa a Villanova Monferrato), trovando altra documentazione interessante.
Tra i documenti scoperti, anche false certificazioni di riparazioni che non sarebbero mai avvenute, lasciando così i veicoli in cattive condizioni, compresi difetti all'impianto frenante. Questi documenti erano intestati a un'officina chiusa da anni ed erano firmati dal titolare dell'azienda di autotrasporto. Al termine dell'indagine, la procura ha indagato e rinviato a giudizio i tre titolari dell'azienda.
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