Mentre sono ancora in corso le indagini sulle cause dell'impatto e, soprattutto, sul rapido incendio che ha causato la morte dei passeggeri dell'autobus e dell'autista del camion e di suo figlio, in Francia il dibattito si sta spostando più in generale sulla sicurezza stradale. Il primo punto riguarda proprio l'infrastruttura. Nelle ultime ore, è emerso che la strada dove è avvenuto l'impatto, la Dipartimentale 17, è una strada ritenuta molto pericolosa e con un elevato tasso di mortalità. Ma ciò non basta per spiegare l'entità del disastro.
Molti passeggeri dell'autobus sarebbero morti a causa dell'incendio e non della collisione con l'autoarticolato. Ma come hanno fatto le fiamme a sprigionarsi e a diffondersi così rapidamente? Dalle immagini dell'incidente e dalla ricostruzione del viaggio del camion, appare che il semirimorchio, adatta al trasporto di tronchi, era vuoto al momento dell'impatto. Quindi, l'incendio non proverrebbe dal carico del veicolo industriale.
La prima ipotesi è che le fiamme siano nate dal gasolio di uno dei due veicoli a causa dell'urto. A differenza della benzina, però, il gasolio non s'incendia facilmente. Per farlo, deve essere sottoposto a una temperatura elevata (intorno ai 450°) per diverso tempo. L'innesco potrebbe essere avvenuto a causa del forte urto dell'autobus sul serbatoio del carburante del camion, oppure da gasolio colato su organi incandescenti del motore. Una seconda ipotesi prevede che l'innesco sia avvento dalle batterie di uno dei veicoli. Ma c'è un'altra domanda ancora più inquietante: perché l'autobus è stato avvolto così rapidamente dalle fiamme? In questo caso, sotto la lente degli investigatori ci sono i materiali dell'allestimento interno, che non potrebbero essere stati ignifughi.
Gli inquirenti stanno esaminando con cura sia la carcassa dell'autobus, sia i cronotachigrafi dei due automezzi, che sarebbero però molto danneggiati dall'urto. Analizzano anche le tracce sull'asfalto, per verificare se ci sono state frenate d'emergenza (sempre che l'Abs ne abbia lasciate). I due veicoli sarebbero in regola e il camion avrebbe passato la revisione lo scorso agosto. L'autobus, un Mercedes Tourismo, era recente, immatricolato nel 2011.
Secondo il conducente dell'autobus (uno degli otto sopravvissuti) l'incidente sarebbe stato causato dall'articolato, che si sarebbe trovato chiuso a portafoglio sulla strada. A rendere ancora più drammatico l'evento è la morte del figlio del camionista, di soli tre anni, che era in cabina col padre. Il conducente, Cyril Alexandre, era giovane (31 anni) e considerato meticoloso e prudente. D'altra parte, la presenza del figlio a bordo escluderebbe comportamenti a rischio, come un superamento delle ore di guida o una velocità eccessiva.
Cyril era il figlio del titolare dell'impresa di autotrasporto, la Alexandre, che ha sede a Saint-Germain-de-Clairefeuille e ha un parco di sei veicoli. Secondo quanto hanno dichiarato le fonti dell'impresa, sarebbe partito giovedì per Mayenne col solo trattore per agganciare un semirimorchio carico di legname, poi la sera si sarebbe fermato per una sosta alle 18:30, per poi rimettersi in viaggio il venerdì alle 5:30 per consegnare il carico. Dopo le 7:00, poco prima dell'incidente, sarebbe ripartito con semirimorchio vuoto.
La polemica sull'incidente ha raggiunto anche il piano politico, perché proprio pochi giorni fa il Parlamento francese ha approvato la Legge Macron che avvia una liberalizzazione nel trasporto di passeggeri su autobus. Dopo l'incidente, la Fédération nationale du transport de voyageurs (FNTV) ha chiesto al Governo un provvedimento urgente che permetta alle imprese di verificare la regolarità e disponibilità di punti sulla patente dei loro autisti (cosa oggi non permessa).
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