A pochi mesi dalla loro nomina, l'amministrazione delegato di FS, Michele Elia, e il presidente, Marcello Messori, non sarebbero più graditi al primo ministro Renzi, che ne avrebbe chiesto la testa. Per ora, si tratta solo di un'indiscrezione lanciata da alcune testate nazionali, secondo cui i due dirigenti (che sarebbero in contrasto tra loro sui termini della privatizzazione) potrebbero presentare le dimissioni durante il prossimo consiglio d'amministrazione della società ferroviaria, programmato per giovedì 26 novembre. Bisogna però ricordare che le voci sulle dimissioni circolano già dalla scorsa estate.
È invece ufficiale la futura privatizzazione delle ferrovie, annunciata dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, dopo il consiglio dei ministri del 23 novembre. In realtà, il ministro non ha annunciato particolari sulla procedura, anticipando solo che sarà messo il vendita il 40% del capitale, senza però spiegare quali società del gruppo saranno parzialmente privatizzate. Sicuramente lo sarà Trenitalia, che gestisce il servizio, mentre non è chiara la sorte di Rete Ferrovie Italiane, che gestisce l'infrastruttura.
Delrio ha comunque aggiunto che "l'infrastruttura resterà pubblica e che sarà garantito a tutti l'accesso in maniera uguale". Non sappiamo neppure come sarà venduto il 40% che, secondo il ministro, andrà a un azionariato diffuso e a investitori internazionali. Il processo sarà avviato il prossimo anno e Delrio ha anche confermato che nel 2016 inizierà la quotazione di Enav (contro cui oggi è in corso uno sciopero dei controllori di volo).
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