Il dieselgate della Volkswagen sta influenzando i lavori delle istituzioni comunitarie, che dopo la frode scoperta negli Stati Uniti cercano di riformare il quadro normativo che regola le verifiche sulle emissioni inquinanti degli autoveicoli. Il 21 gennaio, l'Europarlamento ha nominato i 45 membri della commissione d'inchiesta sulla violazione delle norme comunitarie in materia di prove di emissione auto dei costruttori di automobili. La commissione indagherà anche sulle presunte carenze degli Stati membri e della Commissione nel far rispettare le norme UE ed entro sei mesi dovrà presentare una relazione intermedia ed entro dodici quella finale.
Due giorni prima, la Commissione per Ambiente del Parlamento Europeo ha discusso della proposta di aumentare i limiti delle emissioni di monossido d'azoto dei motori diesel fino al 110% quando saranno introdotti i nuovi test sulle emissioni, che impongono condizioni reali di guida. Questa proposta sarà votata nella prossima sessione plenaria dell'Europarlamento e la Commissione Ambiente ritiene che i deputati dovrebbero porre il veto alla richiesta.
Sulla questione si sta muovendo anche la Commissione Europea, che il 27 gennaio ha presentato una riforma dell'omologazione comunitaria, che dovrebbe rendere le prove sui veicoli "più indipendenti" e aumentare i controlli sui veicoli in circolazione. La stessa Unione sorveglierà l'intero sistema, togliendo quindi potere ai singoli Stati. "La Commissione aveva già avviato una revisione del quadro di omologazione UE per i veicoli a motore prima che trapelassero le rivelazioni inerenti a Volkswagen, ma in seguito all'episodio ha riconosciuto la necessità di una riforma più incisiva intesa a prevenire ulteriori casi di non conformità", spiega una nota della Commissione Europea.
La proposte di Regolamento presentata dalla Commissione intende raggiungere tre obiettivi. Ecco come li descrive un documento della stessa Commissione:
- aumentare l'indipendenza e la qualità delle prove per l'immissione dei veicoli sul mercato - La maggior parte degli Stati membri designa servizi tecnici, pagati direttamente dai costruttori di automobili, per effettuare prove e ispezioni al fine di verificare la conformità del veicolo alle prescrizioni in materia di omologazione UE. La Commissione propone di modificare il sistema di remunerazione per evitare legami finanziari tra servizi tecnici e costruttori che potrebbero determinare conflitti di interessi e compromettere l'indipendenza dei controlli. La proposta prevede anche criteri di prestazione più rigorosi per tali servizi tecnici, i quali dovrebbero essere sottoposti a audit periodici indipendenti per l'ottenimento e il mantenimento della designazione. Le autorità nazionali di omologazione saranno oggetto di valutazioni inter pares al fine di garantire che le norme pertinenti siano e attuate e applicate rigorosamente in tutta l'UE.
- Introdurre un efficace sistema di vigilanza del mercato per verificare la conformità dei veicoli già in circolazione - Mentre le norme vigenti si occupano principalmente di controlli ex ante, in futuro gli Stati membri e la Commissione effettueranno verifiche a campione sui veicoli già presenti sul mercato. Ciò consentirà di individuare precocemente i casi di non conformità e di garantire che siano adottate misure correttive immediate e incisive nei confronti dei veicoli giudicati non conformi e/o gravemente rischiosi per la sicurezza o per l'ambiente. Tutti gli Stati membri dovrebbero essere in grado di adottare sul loro territorio misure di salvaguardia nei confronti dei veicoli non conformi senza dover attendere l'intervento dell'autorità che ha rilasciato l'omologazione. Gli Stati membri dovranno riesaminare periodicamente il funzionamento delle loro attività di vigilanza del mercato e renderne pubblico l'esito;
- Rafforzare il sistema di omologazione con una maggiore sorveglianza da parte dell'UE - La Commissione avrà il potere di sospendere, limitare o ritirare la designazione di servizi tecnici scarsamente efficienti e troppo negligenti nell'applicazione delle norme. In futuro la Commissione sarà in grado di effettuare prove di verifica ex post (tramite il Centro comune di ricerca) e, se necessario, avviare procedure di richiamo. Permettendo alla Commissione di imporre sanzioni pecuniarie, la proposta mira a dissuadere i costruttori poco corretti e i servizi tecnici scarsamente efficienti dall'immettere o ammettere sul mercato veicoli non conformi. La Commissione presiederà inoltre un forum sull'applicazione che definirà insieme agli Stati membri strategie comuni per la verifica della conformità e organizzerà audit congiunti dei servizi tecnici e valutazioni inter pares delle autorità di omologazione.
Nella proposta della Commissione, l'attuale divieto d'uso di impianti di manipolazione, che le autorità nazionali hanno l'obbligo di monitorare e far rispettare, viene non solo perpetuato, ma inasprito ulteriormente. In base al progetto di regolamento, il costruttore dovrà fornire l'accesso ai protocolli software del veicolo. Questa misura integra il pacchetto sulle emissioni in condizioni di guida reali, che ostacolerà l'elusione dei requisiti in tema di emissioni e prevede l'obbligo per i costruttori di rendere pubblica la propria strategia di riduzione delle emissioni, come avviene negli Stati Uniti. Il progetto di Regolamento sarà trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio per l'adozione. Una volta adottato, sarà direttamente applicabile. Esso abrogherà e sostituirà la direttiva 2007/46/CE ("direttiva quadro").
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