La riunione è stata convocata dalla Struttura Tecnica di Missione del ministero per illustrare il documento sul rilancio del trasporto ferroviario delle merci. Il direttore della Struttura, Ennio Cascetta, ha dichiarato che il Governo intende aumentare la quota di trasporto intermodale. Un obiettivo non semplice, considerando, come ha illustrato lo stesso Cascetta, che in Italia viaggia su rotaia solo un quinto delle merci rispetto alla Germania e due terzi rispetto alla Francia. Non solo: dei quattordici più importanti porti italiani, ben quattro non hanno un collegamento alla rete ferroviaria (ossia Cagliari, Augusta, Palermo - Termini Imerese e Bari).
Il primo passo annunciato da Cascetta è raccogliere i suggerimenti degli operatori per realizzare nuove linee guida per sviluppare il trasporto ferroviario delle merci e l'intermodalità. Il ministero intende procedere lungo binari paralleli. Il primo riguarda l'uso e lo sviluppo delle infrastrutture, che sono carenti soprattutto al Sud. Su tale argomento, il Governo vuole rivedere il contratto di programma di Rete Ferroviaria Italiana e attuare interventi soprattutto nei porti.
Un altro importante binario riguarda gli incentivi per l'intermodalità, previsti dalla Legge di Stabilità 2016 con stanziamenti nel 2016 di 45 milioni per il marebonus e 20 milioni per il ferrobonus, per il 2017 di 44 e 20 milioni e per il 2018 di 48 e 20 milioni, rispettivamente. Il dibattito si è aperto sulla destinazione di tali incentivi: ai gestori dei servizi, oppure a chi li usa (ossia gli autotrasportatori)? Sulla questione ci sono diverse visioni. Per esempio, Confetra vuole destinarli al produttore o al consumatore della merce spedita, le associazioni dell'autotrasporto preferiscono che gli incentivi vadano ai vettori (come accaduto in passato con l'ecobonus). La questione resta aperta per le prossime riunioni.
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