Il decreto legislativo 98/2011 ha cambiato il metodo per calcolare gli aumenti delle tariffe autostradali, introducendo un meccanismo che lega la variazione sia all'inflazione reale dell'anno precedente (considerando il 70%), valore valido per tutti, sia agli investimenti attuati dalle singole concessionarie autostradali. E proprio su quest'ultimo elemento la Fiap chiede chiarezza, perché "non conosciamo l'entità degli investimenti attesi". Più chiara è la parte dell'inflazione, che nel 2015 non è praticamente cambiata.
La Fiap propone quindi di presentare insieme alle altre associazioni dell'autotrasporto un esposto alla Procura della Repubblica per chiedere se il Decreto Legislativo 98/2011 viene applicato, richiedendo nello stesso tempo che venga messa disposizione la documentazione sui reali investimenti delle società autostradali. "In passato, nonostante le richieste avanzate non siamo mai riusciti ad avere i numeri veri su cui sono stati effettuati i calcoli e il ricorso alla Magistratura è ormai l'unica arma che ci rimane per cercare di fare chiarezza", scrive l'associazione in una nota.
La Fiap è invece critica sulla protesta attuata in Abruzzo contro l'aumento delle autostrade A24 e A25, che consiste nell'entrare in autostrada in un casello successivo a quello che si userebbe normalmente, causando così un danno economico al gestore. "Questa decisione pare presa un po' frettolosamente e rischia di produrre effetti che potremmo definire alla Tafazzi: per creare un mancato incasso alle autostrade ne facciamo pagare il prezzo agli autisti che si troveranno a dover fare il conto con un maggior tempo passato alla guida, ad un maggior consumo di gasolio e magari anche a prendersi qualche accidente dagli incolpevoli abitanti dei centri nei quali andremmo a transitare".
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