Il 28 aprile del 2011, uno dei camion di M.R. venne fermato dalla Polizia Stradale al casello di Mantova Nord. Durante il controllo, gli agenti scoprirono un apparecchio elettronico che falsava i dati del cronotachigrafo, il cui foglio di revisione periodica era falso. Per questi motivi, gli agenti denunciarono anche il titolare dell'impresa, oltre che l'autista.
In questi giorni si sta svolgendo il processo a Mantova e nell'udienza del primo marzo 2016 i giudici hanno ascoltato l'imputato, che ha affermato di non sapere della frode al cronotachigrafo. Anzi, ha continuato M.R., in realtà non lo sapeva neppure l'autista che era alla guida perché il tarocco al cronotachigrafo sarebbe stato messo, sempre sencodo la dichiarazione dell'imprenditore, da un conducente croato che due anni prima guidava il trattore incriminato. La spiegazione dell'uomo è che quell'autsia lo avesse installato per svolgere trasporti per conto suo, impedendo così la rilevazione dei viaggi clandestini. Il processo riprenderà il 1° aprile 2016 e nelle prossime udienze si capirà se l'autotrasportatore bolognese è stato credibile.
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