Il processo contro il dumping sociale di Dentressangle è iniziato nel maggio 2015, ma era stato sospeso dopo la richiesta di annullamento presentata dagli avvocati della difesa, che ritennero illegittime alcune perquisizioni e interrogatori. I giudici di Valence accolsero l'opposizione, ma il pubblico ministero presentò appello. Il fascicolo è passato quindi nelle mani dei giudici di Grenoble, che hanno stabilito che il processo deve comunque andare avanti, anche nell'ipotesi che tutti i documenti acquisiti nelle perquisizioni non fossero validi.
Quindi, il 7 marzo 2016 il processo è ripreso a Valence con altre richiese di annullamento giunte dalla difesa. L'accusa non è cambiata: utilizzo illegale di manodopera e lavoro non dichiarato. Alla sbarra ci sono sei dirigenti di Dentressangle e tre società del gruppo, che ora è completamente integrato in XPO Logistics dopo l'acquisizione del 2015. Le parti vivili sono i sindacati CFTC Transports, CFDT, EFT, Urssaf Rhône-Alpes, 83 dipendenti rumeni, 29 polacchi e tre portoghesi.
Secondo l'accusa, l'azienda di autotrasporto avrebbe portato in modo illegale un migliaio di autisti da diversi Paesi stranieri per metterli alla guida di camion con targa estera ma usati in trasporti nazionali. Gli autisti sarebbero stati trasportati con autobus in Francia e riportati in Patria al termine del servizio.
Per ora, la battaglia sembra incentrata ancora su vizi di procedura, avanzati dai legali di XPO Logistics, che ha ereditato la causa dalla precedente gestione Dentressangle. L'accusa e le partici civili intendono invece entrare nel merito della questione, per raggiungere una condanna che sarebbe storica nell'autotrasporto e non solo in Francia. Infatti, se confermato, questo sarebbe il caso più consistente di dumping sociale.
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