La lunga vertenza tra gli autotrasportatori valtellinesi e l'Agenzia delle Dogane si chiude con una sentenza della Commissione Tributaria di Sondrio a favore delle imprese che rifornivano i loro camion nella zona franca di Livigno, che ha accise ridotte sul carburante. La vicenda iniziò nel 2012, quando la Guardia di Finanza accusò 56 imprese di avere evaso le accise su quasi un milione di litri di gasolio acquistato a Livigno, perché utilizzavano anche serbatoi supplementari. I finanzieri avevano addebitato alle aziende un'evasione dell'Iva e delle accise per oltre 676mila euro.
Gli autotrasportatori replicarono che le loro azioni sono legittime, perché è permesso caricare gasolio nei serbatoi che fanno parte dell'allestimento del camion, anche se montati dopo l'omologazione iniziale. Così, la questione è finita alla Commissione Tributaria di Sondrio, che a gennaio si è espressa con una prima decisione favorevole agli autotrasportatori, stabilendo che non c'è responsabilità oggettiva, ossia riconoscendo la loro buonafede. Restava però in piedi l'accusa di comportamento illegittimo, che però è stato escluso da una seconda sentenza, che conferma la tesi secondo cui il gasolio nei serbatoi dei camion, anche se supplementari, serve per il loro movimento e quindi non comporta contrabbando.
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