A sette anni dal disastro ferroviario di Viareggio, non è ancora stata emessa una sentenza relativa alle colpe e alle responsabilità del deragliamento del treno, che ha causato trentadue morti e decine di feriti. Con l'udienza dell'1 luglio 2016, Gerardo Boragine – presidente del Collegio giudicante – ha decretato la fine della fase dibattimentale, rinviando al 12 settembre 2016 il ritorno in aula per l'inizio della discussione.
Le prossime tappe del processo lungo e complicato vedono il 12,14 e 15 settembre 2016 l'intervento dei pubblici ministeri, che esporranno le ragioni dei capi d'imputazione e formuleranno le richieste di condanna, dal 16 al 22 settembre la parola agli avvocati di parte civile, mentre dal 23 settembre al 20 ottobre sarà la volta dei difensori degli imputati. Se questi sono i tempi, nelle prime settimane di dicembre il collegio giudicante leggerà la sentenza di primo grado.
Nonostante più di novanta udienze, il processo non giunge a conclusione. In questi tre anni il materiale raccolto (verbali, perizie e pareri) è enorme e l'azione giudiziaria sembra ridursi a una battaglia tra tecnici e ingegneri. La sera del 29 giugno 2009 il treno 50325 partito da Trecate (Novara) e diretto a Gricignano (Caserta) con un carico di 14 ferrocisterne contenenti 45,7 tonnellate di GPL, deraglia all'altezza della stazione di Viareggio. Il primo carro del treno merci si squarcia e si ribalta, provocando la fuoriuscita del GPL. In pochi minuti, passando dallo stato liquido a quello gassoso, si innesca un'esplosione e un fiume di fuoco devasta le vicine abitazioni. Secondo i periti della procura di Lucca a causare il deragliamento è stata una "cricca" (in metallurgia è una sottile crepa) di 11 millimetri sull'assile del primo vagone cisterna, che nessuno aveva notato in fase di revisione.
Inoltre, incombe sul processo il rischio della prescrizione. I reati di lesioni colpose gravi e gravissime e di incendio colposo vanno in prescrizione dopo sei anni e in questo caso potrebbe arrivare tra febbraio e marzo 2017. Se i tempi della discussione si allungheranno ulteriormente e i reati cadranno in prescrizione prima della sentenza di primo grado, alle parti offese non verrà riconosciuto alcun risarcimento.
Davide Debernardi
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