L'associazione spiega che lo scenario italiano per la gestione del regolamento ATP deve "essere condotto a omogeneità, eliminando le attuali sperequazioni riportando gli autotrasportatori di merci deperibili alle medesime condizioni di concorrenza dei colleghi europei". L'Italia accolse nel 1984 la normativa internazionale ATP con lo scopo di adeguare al contesto internazionale il parco circolante e in quell'occasione il Governo emanò alcune regole valide solamente in Italia per rinnovare le attestazioni dell'allestimento ATP. "Negli anni seguenti il corpo normativo nazionale si sviluppò allontanandosi, purtroppo, dall'ATP internazionale", precisa Confartigianato Trasporti.
Oggi, il regolamento internazionale prevede varie categorie di furgonature, in particolare le due famiglie IN e IR (Isotermici normali e isotermici rinforzati). Queste categorie, con l'applicazione di un gruppo frigorifero possono diventare furgoni frigoriferi con classificazione (tra le altre) FNA (Frigorifero normale classe A, ossia 0°C) o FRC (frigorifero rinforzato classe C, ossia -20°C). La seconda (FRC) consente il trasporto di tutte le derrate deperibili, anche quelle congelate o surgelate ( -10°C e -20°C), mentre la FNA permette solo il trasporto di merci fresche a 0°.
Mentre il regolamento internazionale ATP non prevede limitazioni di anzianità dei furgoni per procedere al rinnovo dell'attestazione alla scadenza - sia da parte di esperti nominati dall'autorità competente (per l'Italia il ministero dei Trasporti), sia da parte di una stazione di prova riconosciuta – quella italiana impone che gli FNA possono essere rinnovati dagli esperti solo due volte, ossia sino al dodicesimo anno di anzianità della furgonatura, e gli FRC e RRC e cisterne isotermiche, solo una volta, ossia sino al nono anno di anzianità.
"Queste limitazioni, che quotidianamente generano non poche difficoltà alle nostre imprese, penalizzano gli autotrasportatori italiani che operano in campo nazionale ed internazionale perché tale limitazione non trova applicazione negli altri paesi comunitari aderenti all'accordo ATP", afferma Confartigianato Trasporti. "Gli autotrasportatori esteri possono effettuare trasporti in Italia con veicoli con furgonature FRC oltremodo datate mentre le nostre imprese, devono dotarsi di nuove furgonature per mantenere il requisito FRC (diversamente vengono declassate in FNA), con dispendio economico in un momento di difficoltà finanziarie del comparto, che accentua il divario competitivo, già penalizzato dal forte dumping sociale, rispetto agli autotrasportatori degli altri paesi comunitari".
Confartigianato Trasporti aggiunge che questa situazione produce un paradosso: "Spesso i mezzi FRC esteri, sono in realtà veicoli italiani ceduti a basso prezzo all'estero, in considerazione che in Italia non hanno mercato e poi riconfermati FRC una volta reimmatricolati nel paese estero. E non escludiamo che imprese italiane abbiano delocalizzato per usufruire anche di questo vantaggio".
Inoltre, la procedura di rinnovo italiana dell'ATP è complessa e costosa: "Attualmente, in Italia i rinnovi ATP, dopo nove anni per gli FRC e dopo dodici anni per gli FNA devono essere effettuati dalle stazioni di prova con tempi medi di attesa che vanno dai due ai sei mesi a seconda della dislocazione. I costi che devono sostenere gli utenti per il rinnovo presso una stazione – che non è imposta dalla norma internazionale - sono decisamente onerosi, non solo per il costo vivo della prova, ma anche per i tempi dei trasferimenti, del fermo veicolo nonché quelli connessi agli adempimenti burocratici".
L'associazione chiede quindi al ministero dei Trasporti di applicare anche a livello nazionale quanto previsto dalla normativa internazionale ATP ed annullare semplici atti amministrativi. "Tutto ciò porterebbe a ripristinare una situazione di equità dei nostri operatori nei confronti dei competitori esteri e semplificherebbe gli adempimenti delle imprese italiane ancora oggi alle prese con la recessione economica".
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