Il giorno dopo l'entrata in vigore della riforma delle Autorità Portuali, il ministero tace sulle Regioni che hanno chiesto la proroga della sua applicazione. Il termine per presentare la richiesta era il 15 settembre e finora si sa che si sono mosse la Sicilia e la Sardegna e forse la Liguria. Ora il ministro dei Trasporti deve decidere se accogliere tali domande e, in caso positivo, i tempi della proroga (che può essere al massimo di tre anni). In realtà, la data dell'avvio il 15 settembre è formale, perché il giorno dopo non cambia nulla. Devono infatti avviarsi le procedure per l'accorpamento delle Autorità e il ministero deve nominare i presidenti delle nuove Autorità di Sistema Portuale. Sui tempi d'applicazione ancora non si sa nulla.
Una novità sul versante amministrativo giunge dall'Agenzia delle Dogane, che ha indicato i codici tributo da utilizzare per le tasse portuali e chi le incasserà. Il testo della comunicazione del 13 settembre 2016 stabilisce che "i vari porti attualmente non rientranti nella competenza territoriale di alcuna Autorità Portuale, a decorrere dal 15 settembre faranno parte delle istituende AdSP, come da allegato A. Di conseguenza, con riferimento a tali porti (es. porti di Pescara, Ortona, Vibo Valentia, Porto Empedocle ed altri), gli introiti della tassa portuale di cui all'art. 2 del D.P.R. n. 107/2009, che è accertata e riscossa da questa Agenzia, a decorrere dal 15 settembre p.v., dovranno affluire non più nell'Erario Nazionale bensì al bilancio della competente AdSP". Gli operatori dovranno usare, per pagare la liquidazione in dichiarazione doganale della tassa portuale sulle merci imbarcate e sbarcate in tali porti "tutti gli operatori devono utilizzare, a decorrere dal 15 settembre p.v., il codice tributo 927, in luogo di quello attualmente in uso 557".
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