La batosta di quasi tre miliardi di euro comminata dall'Antitrust comunitario – che è la multa più salata nella storia dell'Unione – potrebbe non essere il problema peggiore che Daf Trucks Mercedes-Benz, Iveco, Volvo Trucks, Renault Trucks e Man Trucks (e forse Scania, se sarà condannata) devono affrontare. Infatti, se per la sanzione i costruttori hanno già accantonato buona parte del denaro (Man Truck non pagherà nulla perché ha confessato per prima e Scania è in attesa del verdetto), per le azioni risarcitorie da parte dei loro clienti non è possibile prevedere né l'esito, né l'esborso.
La norma comunitaria prevede che un verdetto di condanna da parte dell'Antitrust rappresenta una prova per chiedere un risarcimento per un danno ricevuto dalle attività che hanno subito la condanna stessa. Ciò significa, in concreto, che tutte le aziende che hanno acquistato camion dei marchi condannati nel periodo considerato dal verdetto, ossia dal 1997 a 2011, possono avviare una causa di risarcimento. Farlo individualmente non può essere conveniente, quindi alcune associazioni di autotrasportatori stanno preparando una causa comune.
La prima associazione italiana a muoversi è la Fita Cna, che ha già tenuto alcune assemblee per informare sui termini dell'azione legale e avrebbe già raccolto l'interesse di numerosi associati. Conftrasporto, Anita e Trasportounito stanno diffondendo pareri legali. Conftrasporto aggiunge che "la federazione seguirà con particolare attenzione e sarà in grado, qualora emergessero delle opportunità di risarcimento da parte degli acquirenti di prodotti interessati al cartello, di procedere efficacemente, anche attraverso un organismo di mediazione individuale".
Trasportounito segnala che per avviare l'azione bisogna attendere la pubblicazione del verdetto da parte della Commissione Europea (che per ora è stato anticipato tramite comunicati stampa). "Dopo tale pubblicazione sarà possibile avviare praticamente le richieste di risarcimento da parte degli interessati: possono partecipare all'azione risarcitoria tutti i soggetti che hanno acquistato camion di medie (da 6 a 16 tonnellate) e grandi dimensioni (oltre 16 tonnellate) delle marche Daf, Daimler/Mercedes-Benz, Iveco, Man/Volkswagen, Volvo/Renault e Scania immatricolati dal 1997 al 2011", scrive l'associazione.
Riguardo alla possibile azioni legale, Trasportounito aggiunge che "ciascun soggetto interessato, per unirsi all'azione collettiva risarcitoria, deve fornire la documentazione comprovante l'acquisto del mezzo (se assente, l'estratto cronologico del Pra da cui risulti il prezzo di acquisto), documento d'identità, visura camerale ove occorra. L'operazione non ha costi (fatta salva la quota di adesione all'associazione), in quanto l'eventuale compenso sarà corrisposto, previa sottoscrizione della procura alla lite, solo nel momento in cui avverrà il risarcimento".
Anche Anita ha diramato ua nota che spiega i termini dell'azione legale. Oltre a quanto già detto dalle altre associaizoni, Anita aggiunge che sarebbe possbile estendere il periodo dell'acquisto al 2013 perché, secondo gli economisti, gli effetti di un cartello durano fino a due anni dopo la sua abolizione. Anita precisa che il risarcimento consiste nel sovrapprezzo causato dal cartello e dovrà essere valutato durante il giudizio da una consulenza tecnica d'ufficio. Ora, conclude l'associazione, bisogna solo attendere che i singoli Stati membri stabiliscano le modalità e le condizioni del risarcimento, evento che deve avvenire entro il 27 dicembre 2016.
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