La Direzione Generale per la Motorizzazione sta attuando nuove procedure per evitare grandi differenze nel numero dei candidati respinti agli esami della patente che si rilevano tra diverse provincie d'Italia e nello stesso tempo ridurre il numero dei ricorsi presentati da parte dei respinti. Tali differenze dipendono anche dal diverso atteggiamento dei singoli esaminatori e la circolare tratta proprio della formulazione dei giudizi, senza eliminare la necessaria componente soggettiva. Per farlo, il ministero si appella a elementi "oggettivi".
Quindi, la circolare afferma che vale come giudizio immediato per respingere un candidato nella prova pratica "l'intervento dell'accompagnatore sui doppi comandi o sugli altri dispositivi del veicolo per scongiurare situazioni di pericolo" oppure la "violazione, da parte del candidato, di una norma che comporta (anche in caso di recidiva), la sospensione della patente di guida". E in quest'ultimo caso, il testo riporta le principali violazioni.
In alcuni casi, viene lasciata al candidato una seconda possibilità: "Nel caso in cui il candidato effettui, nel corso della prova, una manovra (intesa sia come comportamento di guida sia come infrazione ad una norma che non comporta la sospensione della patente di guida) errata, l'esaminatore può anche consentire la ripetizione della manovra stessa. Un ulteriore errore della stessa manovra comporterà l'esito di non idoneità".
Sul giudizio finale dell'esame, la circolare afferma che "è rimesso alla prudente valutazione dell'esaminatore, che terrà conto del numero e della gravità degli errori commessi dal candidato, nonché dal generale senso di sicurezza che l'esaminatore stesso percepisce durante l'intera prova d'esame (secondo il dettato della normativa comunitaria)". E termina ammonendo che "resta fermo che l'esito dell'esame, costituendo un provvedimento amministrativo, deve essere adeguatamente motivato ai sensi dell'art. 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241, soprattutto in caso di non idoneità".
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