Mentre prosegue il lavoro degli inquirenti per definire le responsabilità del crollo del cavalcavia Annone della Provinciale 49 (Lecco) sulla Statale 36 mentre passava un autoarticolato carico d'acciaio, si riapre una vecchia polemica dell'autotrasporto, ossia quella sulla norma dell'articolo 10, comma secondo, del Codice della Strada, che permette il trasporto eccezionale anche di colli divisibili fino a una massa complessiva massima di 108 tonnellate. Una norma che venne criticata da alcune associazioni degli autotrasportatori, ma che entrò comunque in vigore.
Il trasporto eccezionale è nato per consentire di muovere pezzi indivisibili che hanno una sagoma o un peso (o entrambi) superiori a quelli ammessi dal Codice della Strada (che per gli autoarticolati a cinque assi impone una massa complessiva non superiore a 44 tonnellate). Poi venne approvata una sorta di deroga, che per alcuni prodotti consente di superare i limiti anche in presenza di colli divisibili. Fu una deroga chiesta e ottenuta soprattutto dall'industria siderurgica (per cui venne soprannominata norma Marcegaglia) per consentire il trasporto di più coils sullo stesso semirimorchio.
Alcune associazioni dell'autotrasporto avversarono questo provvedimento, perché consente il transito di complessi fino a 108 tonnellate (purché abbiano le autorizzazioni degli enti proprietari delle strade) che trasportano un carico che altrimenti potrebbe essere distribuito su due o tre autoarticolati, riducendo il numero dei viaggi (e quindi degli autotrasportatori coinvolti) e aumentando la pressione sulle strade, con rischi sulla sicurezza.
La polemica si era sopita, ma l'incidente del 28 ottobre in Brianza, causato dal cedimento di un cavalcavia mentre passava proprio uno di questi trasporti eccezionali di prodotti siderurgici, la ha riaccesa. In prima linea c'è il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, che ritiene che il numero dei veicoli con massa fino a 108 tonnellate in circolazione sia eccessivo. Uggè ricorda che ci fu un intervento del ministero dei Trasporti nel settembre del 2005 (quando lo stesso Uggè era sottosegretario) tramite una circolare che interpretatava il comma due dell'articolo 10 del Codice della Strada in modo che fosse applicato in modo omogeneo in tutta Italia (visto che le autorizzazioni spettano alle Province).
La circolare non poteva cambiare la Legge, ma cercava di porre un limite a questo tipo di trasporto eccezionale, chiarendo la natura dei carichi permessi: " È quindi evidente che non è consentito il trasporto di classi merceologiche tra loro diverse (per es. blocchi di pietra naturale con laminati grezzi, elementi prefabbricati compositi con coils, ecc.) ovvero l'integrazione di carico con classi merceologiche diverse da quelle espressamente indicate (per es. blocchi di pietra naturale con pietra lavorata, coils con tondini o travi in acciaio, ecc.)". La circolare prosegue con altri dettagli, ma evidentemente non ha portato alcuna conseguenza, anche per un mancato intervento del Tar Lazio, perché lo stesso Uggè afferma oggi che da allora avvenne una "esplosione" delle richieste di trasporti eccezionali.
Uggè conclude affermando che "è indispensabile che il principio della responsabilità condivisa sia applicato ponendo a carico dei committenti e di coloro che trasportano pesi superiori alla norma le responsabilità che competono loro. È molto probabile infatti che le strutture del ponte si siano usurate nel tempo proprio per il continuo passaggio di autoveicoli che trasportano carichi eccezionali".
La posizione di Uggè viene contestata dalla presidente di Fita Cna, Cinzia Franchini, secondo cui il presidente di Conftrasporto starebbe creando confusione rischiando così di "addebitare gravissime responsabilità all'interlocutore sbagliato". Nella nota diffusa il 31 ottobre 2016, la presidente di Fita pone quattro punti: i controlli e le manutenzioni delle strade sono questioni "cogenti e delicate"; il veicolo pesante coinvolto nell'incidente della SS36 non era abusivo e seguiva un percorso autorizzato; nel trasporto di coils bisogna combattere le pratiche sleali, come il trasporto con veicoli che non sono idonei dal punto di vista tecnico; Fita è disponibile a modificare la normativa e favorire il trasporto intermodale.
La nota della Franchini si conclude con una frecciata diretta a Uggè: "al candidato alla presidenza Confcommercio Uggè, secondo il quale l'attuale normativa è stata concepita in passato per fare favori a qualcuno, chiediamo di non insinuare simili pastette senza fare nomi e cognomi per lo più considerando che, a memoria, non ricordiamo obiezioni di merito e di fatto evidenziate dalla Conftrasporto dello stesso Paolo Uggè".
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