Giancarlo Laguzzi, presidente di Fercargo (l'associazione delle imprese ferroviarie che operano nel settore del trasporto merci), plaude alle iniziative del ministero dei Trasporti, e in particolare alle direzioni guidate da Antonio Parente e da Enrico Finocchi che si sono occupate rispettivamente di sconto pedaggi e di marebonus e ferrobonus, ma si dice preoccupato per la lentezza decisionale di Bruxelles.
"Mentre facciamo un plauso al lavoro del ministro dei Trasporti Graziano Delrio e del suo staff, non possiamo non esprimere delusione per i tempi della Commissione Europea. Le imprese ferroviarie italiane già dal 2015 hanno iniziato ad applicare la riduzione delle tariffe previsti dallo sconto pedaggi (mediamente del 24%) ma a quasi due anni di distanza non hanno ancora visto un euro di erogazione dei contributi previsti", ha sottolineato Laguzzi. "Si parla in certi casi anche di cinque milioni di euro per singola azienda e comunque di decine di milioni di euro per l'intero comparto. Si sta rischiando di mettere in grave crisi finanziaria le imprese ferroviarie".
Fercargo rimprovera alla Commissione Europea di non aver ancora prodotto una risposta definitiva su un provvedimento inserito nella Legge di Stabilità 2015 (che prevedeva uno stanziamento di 100 milioni all'anno per il triennio 2015-2017) nonostante siano passati già 23 mesi da quando è entrata in vigore la norma. "Era già arrivata molto tempo fa una sorta di pre-approvazione sulle misure da Bruxelles", rivela Laguzzi aggiungendo che ora è necessario un pronunciamento scritto nel quale si fornisce il via libero definitivo alla misura senza il quale il Governo italiano non può sbloccare i fondi previsti.
Fonti ministeriali assicurano che a stretto giro questa risposta positiva dovrebbe essere messa nero su bianco da Bruxelles e spedita all'Italia. Per questo il presidente di Fercargo non perde le speranze sulla possibilità di ricevere a breve i rimborsi sulle tariffe praticati dalle imprese ferroviarie: "Ora ci aspettiamo che il Governo entro fine anno provveda a pagare i contributi riferiti al 2015. Se così non fosse si arriverebbe al paradosso che i contributi verrebbero erogati nel 2017, quindi alla fine del triennio, quando si dovrebbe già pensare invece al rinnovo delle misure".
Nicola Capuzzo
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