Bastone e carota nei confronti del Governo Renzi da parte degli spedizionieri italiani che si sono riuniti in assemblea a Milano. Roberto Alberti, presidente di Fedespedi (la Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internazionali che ha compiuto 70 anni) ha infatti pubblicamente espresso la propria contrarietà e quella delle Case di spedizione da lui rappresentate alle nuove norme sul regime Iva nei depositi doganali contenute nel Decreto Legge 193 e contro le quali si erano già schierate anche Confetra e Assologistica. Le maggiori preoccupazioni, espresse nei giorni scorsi soprattutto dal cluster portuale triestino, sono sugli effetti negativi di tali novità normative sulla portualità italiana a vantaggio degli scali dei vicini paesi concorrenti.
"Se per esempio la recente riforma dei porti può essere valutata nel complesso positivamente", ha dichiarato Alberti nella sua relazione, "il decreto legge 193 (cosiddetto 'decreto fiscale'), che ha come oggetto tra l'altro il regime Iva nei depositi doganali, va nella direzione diametralmente opposta, rappresentando di fatto un disincentivo all'utilizzo dei porti italiani e un fattore di distorsione dei traffici verso quelli a noi vicini (ad esempio Marsiglia e Capodistria)".
A margine dell'assemblea il presidente degli spedizionieri è poi entrato ulteriormente nel dettaglio aggiungendo che, "sebbene il provvedimento sia stato leggermente corretto prima dell'approvazione definitiva alla Camera, eventuali misure correttive rimangono appese a un decreto attuativo. Di fatto sono stati vanificati i vantaggi che l'Italia aveva rispetto ad altri Paesi concorrenti nel deposito Iva e questo nonostante anche l'Agenzia delle Dogane fosse d'accordo con la nostra richiesta di non modificare lo status quo. Tutto è stato fatto per cercare di raccogliere un po' di denaro ma non sono state tenute in debito conto le possibili conseguenze".
Dopo il concesso milanese il numero uno della federazione ha però voluto sottolineare anche i meriti del ministero dei Trasporti e del Governo in materia di shipping e logistica: "Per la nostra categoria è stato fatto molto. Penso ad esempio al tentativo di semplificare alcuni processi, al single window marittimo, allo Sportello Unico Doganale, alle norme sui dragaggi e agli investimenti nel miglioramento delle infrastrutture ferroviarie per migliorare soprattutto i collegamenti da e per i porti. Nonostante tutti i buoni propositi in Italia gli investimenti vengono rallentati a causa del sistema burocratico e dalle resistenze di lacune amministrazioni".
Nel celebrare il 70° anniversario di Fedespedi, il presidente dell'associazione ha proposto un rapido excursus storico della professione dello spedizioniere, sottolineando quanto internet e il container abbiano cambiato il modo di lavorare: "Logistica e trasporti ne sono usciti rivoluzionati: riduzione degli stock lungo le catene distributive, fenomeno enfatizzato nel caso delle vendite on-line (B2B e B2C), che saltano la fase d'intermediazione commerciale, frammentazione dei flussi logistici, destrutturazione dei processi produttivi che si 'spalmano' su territori anche molto vasti (tra loro collegati dalle reti informatiche)", ha spiegato Alberti, che ha aggiunto: "L'espansione dell'e-commerce sta cambiando le regole del gioco, non solo a livello di scelte distributive, ma anche di assetti di mercato".
Nicola Capuzzo
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