Il porto di Genova Prà dal 2017 sarà in grado (unico nel Nord Tirreno) di accogliere e lavorare simultaneamente due mega navi da 20mila teu e una nave da 15mila teu sui 1400 metri lineari di accosto. Ciò grazie al completamento della prima fase d'investimenti in nuove gru di banchina che ha portato alla consegna di altre quattro macchine ZPMC di tipo gooseneck, oltre a vari interventi migliorativi per l'accosto delle navi tra cui nuove bitte, sistema d'ormeggio shore tension, parabordi, illuminazione, ripristino della profondità dei fondali.
"Il piano d'investimenti appena portato a termine ha un valore di circa 100 milioni di euro, a cui si aggiungeranno altri 150 milioni per la seconda fase, già partita),con la quale sarà rinnovato il parco mezzi di piazzale del terminal più ulteriori lavori infrastrutturali", spiega Gilberto Danesi, amministratore delegato di VTE. "Oltre a questo stiamo investendo per una nuova area dedicata ai container vuoti, per un nuovo ufficio merci e altro ancora. Grazie alle nuove gru e agli investimenti fatti potremo lavorare, spero già da fine febbraio dopo una prima fase di collaudo, anche le navi portacontainer di ultima generazione da 20mila teu di capacità".
Giganti del mare che Danesi assicura "arriveranno prossimamente" anche nel porto di Genova dopo che un primo scalo prova è stato fatto con successo a Gioia Tauro della nave MSC Ingy da 19.500 TEU di portata. Il numero uno del VTE non lo dice esplicitamente, ma lascia poi intendere a suo modo che il suo terminal proporrà alle compagnie di navigazione di sfruttare le banchine di Voltri Prà non solo come scalo di destinazione finale, ma anche come porto di transhipment evitando così scali intermedi in porti come Gioia Tauro, Malta o TangerMed dedicati quasi esclusivamente al trasbordo. Finora, invece, l'attività di transhipment è stata residuale per il VTE dal momento che le navi di ultimissima generazione non potevano approdare.
Dunque un quadro in grande evoluzione per il mercato del terminalismo portuale anche alla luce del consolidamento in atto fra i global carrier sul quale Danesi si esprime così: "La concentrazione in atto fra le compagnie di navigazione è un fenomeno che non possiamo fermare e a cui non potremo fare altro che adattarci". Cosa manchi al VTE per giocare al meglio la sfida futura del terminalismo portuale è ormai cosa nota: il secondo binario che collega il fascio interno alla rata ferroviaria nazionale. "Entro il 2018 voglio che sia pronto, non è più rinviabile", afferma a questo proposito il manager portuale anticipando inoltre che "nel 2016 il terminal chiuderà a quota 1,4 milioni di TEU movimentati, in crescita dell'11% rispetto all'esercizio passato".
Nicola Capuzzo
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