In Italia esistono due banche dati degli autoveicoli: quella gestita dall'Aci dal 1927, ossia il Pubblico Registro Automobilistico, e quella della Motorizzazione civile, ossia l'Archivio Nazionale dei Veicoli, istituito nel 1992. Entrambi sono oggi completamente automatizzati e forniscono due diversi documenti: il Pra il Certificato di Proprietà e l'Anv la carta di circolazione. Una Legge del 2000 prevede che le due banche dati collaborino, unificando le pratiche e l'emissione contestuale dei documenti. A tali banche dati possono accedere sia uffici pubblici, sia Sportelli dell'Automobilista privati (dell'Aci ma anche di altri operatori).
Un altro decreto, il 124 del 2015, delega il Governo ad adottare una riunificazione tra le banche dati degli autoveicoli con l'emissione di un unico documento che definisce caratteristiche tecniche e proprietà dell'autoveicolo. Infine, il Decreto 175 del 2016 proibisce alle amministrazioni pubbliche di costituire società che forniscano beni e servizi non strettamente necessarie per perseguire i propri fini, e neppure mantenere partecipazioni in tali società.
Usando questo quadro normativo, l'Autorità Garante della Concorrenza ha analizzato l'attuale situazione del Pra e dell'Anv, in seguito anche ad alcune segnalazioni. In particolare, sotto la lente è finita l'Aci, che gestisce il Pra e che ha recentemente istituito il certificato di proprietà digitale che, secondo l'antitrust "risulta avere pregiudicato la cooperazione tra le banche dati Anv e Pra", come scrive in una relazione diffusa il 6 febbraio 2017. Ciò perché "per lo svolgimento di alcune formalità, tra cui quelle relative al trasferimento di proprietà degli autoveicoli, è necessario accedere ad un applicativo oggi disponibile unicamente attraverso il canale telematico Pra/Aci".
Non solo. Secondo l'Autorità, l'Aci regola le modalità di accesso ai dati del Pra degli Sportelli dell'Automobilista dei suoi concorrenti, definendo le tariffe e le categorie dei soggetti. Inoltre "nell'attuale contesto normativo e regolatorio, sia Aci sia il Mit si vedono remunerati nella tariffa che percepiscono per le formalità eseguite dagli Sportelli Telematici dell'Aautomobilista privati anche servizi da essi non erogati". Sulle tariffe, l'analisi dell'Antitrust ritiene che esista una distorsione della concorrenza tra portelli privati e pubblici e che quelle stabilite dall'Aci remunerano anche altri servizi (come la riscossione dell'imposta IPT, causando una distorsione con la concorrenza anche in questo caso).
La nota dell'Antitrust riserva anche un'altra bacchettata all'Aci: "Sotto un profilo più generale, l'Autorità ha avuto modo di riscontrare una pervasiva commistione, in seno ad ACI e agli AC provinciali, tra l'attività istituzionale di gestione del Pra, le attività svolte nella sua veste di Federazione dell'automobilismo, nonché una serie di attività commerciali soggette a concorrenza, con i vantaggi competitivi e gli effetti di distorsione della concorrenza che ne derivano, anche in ragione dell'utilizzo dei segni distintivi e del marchio ACI nell'ambito dell'offerta di servizi in concorrenza".
Dopo l'analisi, L'Autorità spiega la sua ricetta, ribadendo la necessità di unificare le banche dati di Pra e Anv e dei documenti di proprietà e libretto di circolazione, riducendo così i costi di gestione , di conseguenza, le tariffe per i consumatori. "L'unificazione delle banche dati consentirebbe sia di risolvere le recenti inefficienze prodotte dalla dematerializzazione dei CDP, a seguito della quale è venuta meno la tradizionale piena cooperazione tra le due banche dati, sia di superare le criticità insite nella posizione di ACI, che si trova a ricoprire la doppia veste di soggetto regolatore e regolato, in assenza dei necessari requisiti di terzietà e imparzialità che devono caratterizzare il soggetto regolato, in particolare quando questo opera anche a valle in attività concorrenziali che dipendono dall'accesso al sistema informativo gestito in esclusiva", scrive l'Autorità.
Bisogna anche unificare gli organismi che gestiscono la banca dati, creando una nuova struttura che gestisca le funzioni oggi svolte in questo ambito da Aci e ministero dei Trasporti. Questo organismo dovrà essere sottoposto alla vigilanza ministeriale. Viceversa, bisogna distinguere le tariffe sulla base dei servizi effettivamente erogati e tra quelli offerti dagli Sportelli privati da quelli pubblici. l'Aci deve anche separare le attività istituzionali da quelle commerciali.
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata - Foto di repertorio
Segnalazioni, informazioni, comunicati, nonché rettifiche o precisazioni sugli articoli pubblicati vanno inviate a: redazione@trasportoeuropa.it
Puoi commentare questo articolo nella pagina Facebook di TrasportoEuropa
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!