Dall'inizio del 2017, l'Austria impone alle imprese di autotrasporto estere che caricano, scaricano o svolgono cabotaggio stradale nel Paese di adeguare le paghe degli autisti al salario minimo austriaco e di presentare un'articolata documentazione che lo provi che comunichi i viaggi svolti in Austria. Una norma che si allinea con quelle di altri Paesi, come la confinante Germania, ma che evidentemente non piace a un'altra confinante, la Slovenia.
Il quotidiano triestino Il Piccolo riporta la notizia di due interrogazioni presentate alla Camera slovena contro il provvedimento austriaco, ritenuto dagli interroganti contrario alla libera circolazione delle merci. Dopo l'interrogazione, il Governo della Slovenia ha annunciato che presenterà un ricorso alla Corte di Giustizia Europea, chiedendo anche la collaborazione di Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria.
Il provvedimento austriaco è stato contestato anche da alcuni autotrasportatori altoatesini che svolgono frequenti trasporti da e per l'Austria. In questo caso, gli operatori non si oppongono tanto ai contenuti del provvedimento, quanto alle modalità con cui viene applicato, ossia la richiesta di numerosi documenti cartacei in cabina, alcuni dei quali in lingua tedesca. A tale proposito, il Governo austriaco sta cercando di agevolare gli operatori aprendo un sito web dedicato (in diversi lingue, ma non in italiano) con informazioni e la possibilità di scaricare il modulo di dichiarazione.
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