A prima vista, la contabilità dell'autotrasportatore (di cui la Finanza non fornisce il nome) sembrava in regola, ma evidentemente ha suscitato qualche dubbio nei Finanzieri durante una verifica fiscale, perché hanno approfondito l'analisi incrociando i dati della società di autotrasporto con quelli dei suoi clienti. Così, i militi hanno scoperto che per ogni prestazione l'impresa emetteva due esemplari della stessa fattura, una per il cliente e una per la propria contabilità e la seconda era redatta in modo non ufficiale.
In pratica, la fattura consegnata al cliente riportava l'importo concordato per il trasporto, mentre quella registrata nella contabilità dell'autotrasportatore riportava un importo inferiore del dieci percento e a volte l'impresa emetteva solamente la fattura del cliente, tenendo completamente in nero il pagamento. Questo meccanismo ha permesso all'azienda di nascondere al Fisco un imponibile di oltre mezzo milione di euro per le imposte sui redditi e per l'Irap e omettere quasi centomila euro di versamenti Iva.
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