Al termine della riunione del 1° marzo 2017 avvenuta al Mise tra i vertici di Artoni e i rappresentanti sindacali era emerso un accordo che prevedeva il passaggio di 150 dipendenti a Fercam tramite cessione di ramo d'azienda (che secondo alcune indiscrezioni dovrebbe comprendere tredici filiali delle 37 del corriere) e la cassa integrazione per i restanti dipendenti. Tale intesa dovrebbe formalizzarsi domani in un incontro cui parteciperanno anche i responsabili di Fercam.
Per prepararsi a tale evenienza, il 10 marzo 2017 Artoni ha inviato ai sindacati confederali e al ministero del Lavoro la richiesta di cassa integrazione straordinaria per l'intero personale, ossia 445 impiegati, 18 quadri e 25 operai che lavorano nella sede di Reggio Emilia e nelle 37 filiali italiane dell'azienda. Ciò comporterà la riduzione dell'orario di lavoro o sospensione a zero ore dell'attività per dodici mesi, a partire dal 15 marzo 2017, sulla base dei volumi di lavoro acquisiti.
Artoni spiega che questo intervento straordinario "è motivato dalla necessità di far fronte alle gravi e urgenti problematiche di carattere occupazionale e gestionale conseguenti alla negativa situazione in cui versa ormai da alcuni anni l'azienda, a causa del perdurare di un andamento di mercato fortemente selettivo e competitivo, caratterizzato da un'accentuata instabilità e da una crescente diminuzione della marginalità, da cui si determinano inevitabilmente anche difficoltà di carattere economico-finanziario".
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